L’obbligo POS è stato introdotto nel 2012, ma a partire dal 1° gennaio 2020 sono state neutralizzate le sanzioni nei confronti di professionisti ed esercenti che non accettano pagamenti digitalizzati e tracciabili attraverso il POS.
Come funziona l’obbligo POS
Un obbligo che in sostanza non lo è, dal momento che per il 2020 non sono previste sanzioni
Ma andiamo per ordine.
L’obbligo del POS, Point Of Sale, per i titolari di partita IVA è stato introdotto con il decreto legge n.179 del 2012.
I soggetti che sono tenuti a dotarsi di questo strumento per i pagamenti tramite carte di debito, carte di credito e carte prepagate, sono i seguenti:
- artigiani e commercianti (anche coloro che hanno attività itineranti, venditori ambulanti ed esercenti che vendono nell’ambito di mercati e fiere);
- lavoratori autonomi, un esempio su tutti è rappresentato dai tassisti;
- liberi professionisti, come avvocati, medici, commercialisti ecc.
In sostanza sono tenuti all’obbligo tutti i titolari di partita IVA, ovunque esercitino la propria attività.
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Obbligo POS 2020: incentivi fiscali
Stabilito l’ambito di applicazione dell’obbligo, che non riguarda il POS in sé ma l’accettazione dei pagamenti elettronici da parte dei clienti, vediamo l’importante novità introdotta per il 2020.
Il legislatore, con il decreto fiscale 2020 collegato alla Legge di Bilancio, ha deciso di sospendere i provvedimenti punitivi e dunque le sanzioni pecuniarie per i trasgressori.
È stato invece stabilito di procedere con una politica di incentivi per invogliare i soggetti interessati ad adottare i sistemi di pagamento elettronico. Quindi:
- dal 1° gennaio 2020 vengono sospese le sanzioni per chi non si adegua;
- dal 1° luglio 2020 verrà concesso un credito d’imposta agli esercenti che si muniranno di POS, rendendolo operativo;
- per avere diritto al credito di imposta non bisogna superare 400 mila euro di ricavi annui;
- l’Osservatorio pagamenti digitali del Politecnico di Milano, ha stimato che il bonus dovrebbe aggirarsi tra i 70 e i 115 euro per esercente.
Il credito di imposta è rappresentato da un importo che il soggetto interessato può utilizzare per compensare i propri debiti con il Fisco. In fase di pagamento si può sottrarre dall’importo a debito da pagare, la cifra concessa dallo Stato a titolo di credito d’imposta.
Misure per incentivare i pagamenti elettronici
Sempre in un’ottica incentivante e non punitiva, con la Legge di Bilancio 2020 e il decreto fiscale collegato, sono state introdotte le seguente misure, volte a stimolare l’uso dei pagamenti elettronici da parte dei clienti:
- rimborso a partire dal 2021 di parte delle spese sostenute con carte di credito e bancomat;
- possibilità di ottenere le detrazioni in dichiarazione dei redditi esclusivamente se le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2020 sono state fatte mediante pagamenti tracciabili;
- dal 1° luglio 2020 partirà una lotteria degli scontrini, con maggiori chance di vincita per chi paga con carta o bancomat e premi che dovrebbero andare da 10.000 euro a 1 milione di euro.
Torneremo a parlare nel dettaglio di questi provvedimenti perché dovranno essere emanati i decreti attuativi contenti i dettagli degli incentivi proposti.
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