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Condono cartelle: cosa prevede il decreto sostegno

1 Aprile 2021 di Michela Calculli Lascia un commento

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condono cartelle Pin

Con il Decreto Sostegno il Governo ha approvato un condono fiscale, con una serie di paletti che ne ridimensionano l’ambito di applicazione rispetto al provvedimento annunciato.
Vediamo quindi quali sono i requisiti necessari per accedere al condono cartelle, l’importo e le eccezioni, ricordando che bisognerà attendere il decreto attuativo del MEF, per conoscere quali saranno le regole attuative del provvedimento.

Condono cartelle: requisiti per ottenerlo

Per quanto riguarda i requisiti essenziali, possono accedere allo stralcio soltanto quei soggetti che nel 2019 hanno avuto un reddito non superiore a 30mila euro. Inoltre, rientrano nella rottamazione solo le cartelle esattoriali che rispettano questi due requisiti:

  • sono state emesse tra il 2000 e il 2010;
  • hanno un importo inferiore ai 5 mila euro.

Per quanto riguarda il primo aspetto, è importante sottolineare che l’anno di riferimento è quello in cui è avvenuta l’iscrizione a ruolo e non l’anno fiscale a cui si riferisce il mancato pagamento.

Per ciò che riguarda invece la soglia dei 5mila euro, questa si riferisce al debito residuo risultante alla data di entrata in vigore del decreto, considerando solo capitale, sanzioni ed interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Non concorrono alla definizione dell’importo gli interessi di mora e gli oneri di riscossione.

Rientrano nel condono anche i debiti residui della rottamazione ter e del provvedimento di saldo e stralcio, se sono presenti gli altri requisiti sopra elencati. Ciò significa che un carico originariamente di importo superiore ai 5mila euro potrebbe rientrare nel condono se, al netto dei pagamenti già effettuati, l’importo residuo del debito non supera il limite imposto.

Condono cartelle: i debiti esclusi dallo stralcio

Il condono previsto dal Decreto Sostegno non riguarda indistintamente tutte le cartelle esattoriali. Restano infatti esclusi dal provvedimento:

  • i debiti per aiuti dello Stato;
  • le multe, ammende e sanzioni pecuniarie derivanti da provvedimenti e sentenze penali di condanna;
  • gli importi derivanti da sentenze di condanna della Corte dei conti;
  • le risorse dell’Unione europea, come i dazi;
  • l’IVA all’importazione.

Condono cartelle: come avviene lo stralcio

Come sarà possibile verificare lo stralcio della cartella esattoriale? Chi ne ha diritto non dovrà presentare alcuna domanda, poiché l’Agenzia delle Entrate dovrà provvedere direttamente a stralciare il debito del beneficiario. Per verificare quindi l’avvenuto condono basterà accedere alla propria area riservata del sito dell’Agenzia utilizzando:

  • l’identità digitale SPID;
  • la Carta d’identità elettronica;
  • la Carta Nazionale dei Servizi;
  • il PIN, ancora valido fino al 30 settembre 2021.

Decreto Sostegno: provvedimenti di sospensione riscossione e proroghe scadenze

Come già detto, bisognerà attendere il decreto attuativo del MEF per sapere nel dettaglio le modalità ed il calendario dello stralcio. Pertanto nel Decreto Sostegno viene stabilita, finché l’iter burocratico non sarà concluso, la sospensione della riscossione e dei termini di prescrizione delle cartelle oggetto di condono. È però specificato che non è previsto il rimborso di quanto già eventualmente pagato.

Il Decreto Sostegno prevede anche una proroga delle scadenze fiscali per la riscossione delle rate scadute nel 2020 e di quelle del 2021 della rottamazione ter e del saldo e stralcio. In particolare le nuove scadenze, con una tolleranza di 5 giorni, sono così fissate:

  • entro il 31 luglio 2021 per le rate scadute nel 2020;
  • entro il 30 novembre 2021 per le rate del 2021.

Inoltre, il Decreto Sostegno proroga la sospensione:

  • delle notifiche di nuove cartelle e avvisi di competenza dell’Agenzia delle Entrate, già prevista dal decreto Cura Italia, fino al 30 aprile 2021;
  • dei versamenti delle entrate tributarie e non tributarie, nonché delle rate dei piani di dilazione, in scadenza dall’8 marzo 2020 al 30 aprile 2021; per questi pagamenti la nuova scadenza è fissata al 31 maggio 2021;
  • degli obblighi di accantonamento derivanti da pignoramento presso terzi su salari, stipendi ed altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni ed assimilati, fino al 30 aprile 2021.
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Categoria: Risparmi e Fisco

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