Regime Forfettario: tassazione agevolata, vantaggi, chi può beneficiarne, come funziona, come aderire
È il regime fiscale per chi vuole mettersi in proprio, sia come libero professionista o lavoratore autonomo, sia come impresa: il regime Forfettario, istituito nel 2015 è stato oggetto di diverse modifiche nel 2019, con l’introduzione di ulteriori cause di esclusione dal regime.
Regime forfettario: agevolazioni
Le agevolazioni per chi aderisce al regime forfettario sono numerose:
- innanzitutto, chi parte da zero con una nuova attività, può ottenere una tassazione agevolata al 5% (proprio come il vecchio Regime dei Minimi), che sostituisce IRPEF, IRAP e addizionali, per i primi 5 anni;
- non si è soggetti all’applicazione dell’IVA (le fatture dovranno essere emesse senza rivalsa dell’IVA e senza ritenuta d’acconto);
- non si è soggetti agli studi di settore;
- non si è obbligati alla tenuta delle scritture contabili (devono soltanto essere conservate e numerate le fatture emesse);
- non si è obbligati alla fatturazione elettronica, sebbene chi decida di aderivi comunque ottiene uno sconto di un anno sul periodo garantito al Fisco per fare i controlli sulle dichiarazioni.
Terminati i 5 anni dall’inizio dell’attività, si può continuare a permanere nel regime forfettario, qualora ne sussistano ancora i requisiti, con una tassazione sostitutiva del 15%.
Regime forfettario 15%: requisiti
I requisiti necessari sia per aderire al regime forfettario che per la permanenza nello stesso, sono:
- ricavi o compensi, ragguagliati ad anno, non devono risultare superiori a 65.000 euro (nel caso di esercizio contemporaneo di attività diverse, a decorrere dal 1° gennaio 2020, bisogna fare riferimento alla somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività svolte);
- compensi pagati per lavoratori dipendenti o collaboratori non superiori a 20.000 euro in un anno, compresi gli utili da partecipazione erogati agli associati con apporto costituito da solo lavoro e le somme corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari;
- eventuali altri redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superiori a 30.000 euro, a meno che non si tratti di lavoratori dimessi o licenziati.
Regime forfettario 5%: chi può usufruirne
Per ottenere la tassazione agevolata al 5%, anziché al 15%, è necessario che:
- il titolare non abbia esercitato attività professionale, artistica o d’impresa (anche in forma associata o familiare), nei 3 anni precedenti l’apertura della Partita IVA;
- la nuova attività non risulti la prosecuzione di un’altra attività, anche se effettuata sotto forma di lavoro subordinato, ad eccezione del periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
- se si tratta di prosecuzione di attività svolta da un altro soggetto, i ricavi o i compensi da questi percepiti nell’anno precedente rientrino nel limite imposto per l’accesso al regime forfettario (cioè non si sia superata la soglia dei 65.000 euro di ricavi e/o compensi nell’anno precedente).
Regime forfettario: cause di esclusione
Diverse sono le cause che escludono la possibilità di ingresso nel regime forfettario, infatti è esclusa tale possibilità a coloro che:
- non sono residenti in Italia, a meno che non si tratti di residenti in uno degli Stati membri dell’UE o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo e producano nel nostro Paese almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato;
- si avvalgono di regimi speciali IVA o di regimi forfettari per la determinazione del reddito;
- effettuano (in via esclusiva o prevalente) attività di cessione di fabbricati o porzioni di essi, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi;
- hanno percepito, nell’anno precedente, redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro, a meno che tale rapporto si è concluso nell’anno precedente.
Come anticipato, nel 2019 sono state introdotte due nuove cause di esclusione dal regime agevolato. Infatti non possono accedere al regime forfettario anche coloro che:
- svolgono la nuova attività prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali erano intercorsi rapporti di lavoro nei due anni precedenti, tranne per le nuove attività iniziate dopo il periodo di pratica obbligatoria per l’esercizio di arti e professioni (come i tirocinanti di commercialisti e avvocati);
- posseggono, contemporaneamente all’attività di impresa, partecipazioni in società di persone, imprese familiari, associazioni professionali o controllano SRL o associazioni in partecipazione riconducibili, direttamente o indirettamente, alla nuova attività di impresa.
Regime forfettario: come aderire
Per aderire al regime forfettario, chi inizia una nuova attività deve comunicare tale scelta mediante l’utilizzo dell’apposito modello, da presentare entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
Per chi, invece, ha già un’attività e desidera entrare nel regime, l’adesione è automatica, qualora si posseggano i requisiti per la permanenza nel forfettario, poiché si tratta del regime fiscale naturale: al contrario, qualora il contribuente valuti non conveniente adottare il regime forfettario, dovrà essere espressa l’opzione per il regime ordinario nella dichiarazione dei redditi.
Regime forfettario: come funziona
Nel regime forfettario il reddito si determina in modo particolare, ossia decurtando i ricavi con un coefficiente di redditività, che cambia a seconda della categoria di attività effettuata: per i liberi professionisti, ad esempio, il coefficiente è del 78%.
In pratica, significa che, se una professionista, in un anno, guadagna 10.000 Euro, dovrà pagare l’imposta sostitutiva (del 5%, se nuova attività, altrimenti del 15%) su 7.800 Euro.
Un sistema che certamente conviene a chi prevede di effettuare poche spese, poiché non si possono dedurre costi: l’unica somma deducibile è l’ammontare pagato per i contributi previdenziali obbligatori.
Regime forfettario: i contributi previdenziali
A proposito di contributi previdenziali, questi sono dovuti, per chi aderisce al regime ed è obbligato all’iscrizione alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti, in misura percentuale, ma con il pagamento di un minimale obbligatorio: tuttavia, sui contributi può essere applicato uno sconto del 35%, dietro espressa richiesta del contribuente. È bene ricordare però che chi si avvale di tale sgravio contributivo non si vedrà riconosciuto l’intero anno di contributi ma solamente 8 mesi.
Nessuno sconto, invece, per gli iscritti alla Gestione Separata INPS o ad altre casse dei professionisti: ciascuno pagherà secondo le regole della sua gestione, ricordando che, per la Gestione Separata, non è dovuto alcun minimale.
Regime forfettario: fattura e scontrino elettronico
Come già anticipato, chi sceglie il regime forfettario:
- non è obbligato ad emettere fatture elettroniche, anche se chi sceglie di aderirvi ugualmente ed emette nel corso dell’anno solo e-fatture vede ridotto di un anno il termine di decadenza per l’accertamento;
- è obbligato ad effettuare il passaggio allo scontrino elettronico, in sostituzione del vecchio scontrino fiscale. Questa nuova modalità prevede che i dati degli scontrini emessi vengano inviati entro 12 giorni dalla data dell’operazione, mediante un registratore di cassa telematico oppure utilizzando il servizio telematico dell’Agenzia delle Entrate.
Loredana dice
Quali sono i vantaggi e le sfide di mettersi in proprio utilizzando il regime forfettario? Ho letto una guida su Alunia su come insegnare online m hai dei consigli pratici per coloro che stanno considerando questa opzione per avviare la propria attività imprenditoriale?