Figli in quarantena e lavoro. Il D.L. 111/2020 interviene in favore dei genitori lavoratori dipendenti concedendo smart working o congedo Covid-19, nel caso i cui bambini e ragazzi debbano stare in isolamento domiciliare.
Figli in quarantena: cosa prevede la legge
Con la riapertura delle scuole per le famiglie inizia un anno scolastico che potrebbe andare “a singhiozzo” con figli in quarantena perché risultano essere positivi al Covid-19 o in attesa di tampone e relativo esito, se si riscontrano soggetti positivi in classe o a scuola.
E le mamme e i papà tornano a dover fare i conti con la gestione del lavoro e la cura dei figli minori, non potendo contare come di consueto con i nonni che rientrano tra i soggetti fragili da proteggere dal contagio.
Il Governo, con il D.L. 111/2020 prevede per i lavoratori dipendenti, con figli minori di 14 anni, alcune misure in materia di conciliazione.
Nel caso in cui venga disposta la quarantena di bambini o ragazzi a causa di un “contatto” avvenuto nella scuola, i genitori potranno svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, il cosiddetto smart working, oppure astenersi dal lavoro, usufruendo di un apposito congedo parentale straordinario, analogo a quello che era stato istituito per far fronte ai mesi di didattica a distanza nella primavera 2020.
Un congedo dunque al 50% dello stipendio.
Quarantena e contatto stretto
Cerchiamo di capire in quali casi potrebbe essere imposta la quarantena da parte dell’Autorità sanitaria territorialmente competente per i soggetti che sono stati a contatto stretto con un caso accertato di Covid-19. Un isolamento che, ricordiamo, deve durare 14 giorni.
Per essere definito contatto stretto occorre, ad esempio:
- vivere nella stessa casa di un caso confermato di Covid-19;
- essere stato a stretto contatto faccia a faccia o nello stesso ambiente chiuso con un caso
confermato di Covid-19, per più di 15 minuti, a distanza inferiore a 2 metri (il caso classico del contatto a scuola, in classe); - viaggiare seduti in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di Covid-19.
Il contatto deve essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima o dopo la manifestazione della
malattia.
Potrebbe quindi succedere che i figli vengano messi in quarantena, ma non i loro genitori. Ed è in questi casi che lavoro del genitore ed isolamento domiciliare dei figli entra in conflitto e occorre stabilire se il genitore (uno dei due) possa restare a casa in smart working o possa prendere il congedo Covid-19.
Smart working o congedo Covid?
Vediamo le condizioni previste dalla norma:
- figlio convivente messo in quarantena dalla ASL territorialmente competente a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico;
- figlio minore di 14 anni;
- uno dei due genitori, lavoratore dipendente, può fare richiesta di smart working;
- nei casi in cui il lavoro agile sia incompatibile con le mansioni ricoperte, di congedo straordinario al 50%.
- il genitore non può fruire di smart working o congedo Covid nel caso in cui l’altro genitore non svolga alcuna attività lavorativa ovvero svolga, anche ad altro titolo, l’attività lavorativa in modalità smart working;
- la misura ha validità fino al 31 dicembre 2020.
Occorre considerare che per il congedo parentale straordinario al 50%, sono stati stanziati 50 milioni di euro. Esauriti questi fondi, l’INPS non potrà accogliere altre domande.
Inoltre queste agevolazioni sono concesse soltanto in cui sia la ASL a disporre la quarantena e non quando i genitori decidano autonomamente di tenere a casa i propri figli.
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