Come diventare tutor dell’orto e insegnare la creazione di una coltura all’interno o all’aperto, la sua gestione e la raccolta dei prodotti.
Dall’orto à porter all’orto verticale, dall’orto rialzato a quello sinergico: negli ultimi tempi è esplosa una vera e propria orto-mania, complici la voglia di mangiar sano e il poter coltivare praticamente dovunque, grazie alle moderne tecniche di coltura.
Contadini, però, non si diventa da un giorno all’altro, ma occorre una figura esperta che insegni come predisporre, piantumare, gestire e raccogliere i prodotti coltivati: ancora di più se parliamo di colture innovative, come quelle verticali o sinergiche.
Per rispondere a queste esigenze, è nata una nuova figura, il personal trainer dell’orto, o tutor dell’orto.
Tutor dell’orto: che cosa fa
La figura opera a diversi livelli, a seconda del grado e del campo in cui si è specializzato: dai piccoli privati alle aziende, dalle colture in vaso ai terreni estesi. Il suo compito è quello di aiutare a predisporre il terreno o le installazioni che devono ospitare le piante, seminare, piantumare, predisporre la gestione dell’orto (programmare le irrigazioni, eventuali disinfestazioni, illustrare i prodotti necessari) e la raccolta dei prodotti. Un vero e proprio consulente dell’orto, insomma, che non va confuso, però, col coltivatore vero e proprio, anche se può fare entrambe le cose: la funzione primaria di questa figura, difatti, è “spiegare come si fa” e dare una mano iniziale o in corso d’opera, a seconda delle esigenze. O, ancora, venire in aiuto nel caso in cui vi siano dei problemi nella gestione, nella raccolta o in altre fasi della vita dell’orto.
Personal trainer dell’orto: quali studi deve fare?
Non esiste un percorso di studi ad hoc per diventare personal trainer dell’orto. I tutor, dunque, a seconda delle esigenze, possono essere coltivatori diretti, imprenditori agricoli, agronomi, vivaisti, ma anche biologi, architetti paesaggisti e ingegneri in ambiente e territorio; ci sono poi degli appositi corsi organizzati periodicamente da Coldiretti o da aziende vivaistiche.
Tutor dell’orto: quali adempimenti?
Il consulente dell’orto lavora, nella maggior parte dei casi, in proprio. Chi sta muovendo i primi passi nell’attività e lavora solo occasionalmente può anche non aprire la partita Iva ed emettere soltanto ricevute come lavoratore autonomo occasionale: non esiste un preciso limite, in termine di compensi massimi, ma è necessario iscriversi alla gestione separata se si superano i 5000 euro annui. Inoltre, deve essere verificato il requisito della mancanza di abitualità e di organizzazione, perché si possa parlare di lavoro autonomo occasionale.
Nulla vieta, comunque, di essere retribuiti con un contratto di prestazione occasionale o libretto famiglia: i compensi netti annui non devono, però, superare i 5mila euro, in questi casi.
Nel caso in cui si eserciti regolarmente, è necessario aprire partita Iva come libero professionista e valutare se sia più opportuno scegliere il regime agevolato forfettario o il regime della contabilità semplificata. Nel primo caso, si ha diritto a una tassazione agevolata del 15% (5% per i primi 5 anni), non si applica l’Iva, né gli studi di settore, non si devono tenere i registri obbligatori (acquisti, vendite, etc.), ma si devono rispettare limiti di reddito precisi (30.000 euro annui per i professionisti, inoltre non bisogna aver effettuato acquisti di beni strumentali superiori a 20.000 euro ed essersi avvalsi di dipendenti o collaboratori oltre il limite di 5000 euro di compensi annui).
Inoltre, il regime forfettario non consente di dedurre alcuna spesa, a parte i contributi previdenziali: i compensi vengono decurtati in base ad un coefficiente, pari al 78% per i professionisti (in pratica, con 1000 euro di entrate si pagano le tasse, del 5% o 15%, su 780 euro).
Con la contabilità semplificata si possono dedurre tutte le spese inerenti all’attività, ma non esiste alcuna tassazione agevolata, si applicano l’Iva e gli Studi di settore e si devono tenere i registri obbligatori.
Per quanto riguarda la previdenza, ci si deve iscrivere, quale che sia il regime fiscale scelto, alla Gestione Separata, in quanto il consulente dell’orto non ha alcuna cassa professionale specifica. I contributi si pagano a consuntivo, senza l’obbligo di versamento di contribuzioni minimali, e sono pari al 27,72% del reddito, per gli iscritti in via esclusiva alla gestione ed al 24% per i pensionati e gli iscritti ad altre casse.
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