Vediamo insieme i principali strumenti a sostegno del reddito per i nuclei familiari.
A causa della crisi, sono sempre di più le famiglie in difficoltà economica: questo accade non solo quando uno o più membri sono disoccupati, ma, sempre più spesso, anche nei nuclei in cui tutti gli adulti lavorano, magari a causa di stipendi troppo esigui, rispetto all’ammontare di spese come mutui, affitti, utenze e mantenimento dei figli.
Quello che molti non sanno, però, è che esistono degli strumenti pubblici di sostegno: alcuni di questi integrano il reddito, altri sono erogati sotto forma di contributi, e servono a rimborsare delle spese importanti, come il canone di locazione, ovvero l’affitto.
Innanzitutto, la maggior parte di questi benefici è erogata dal proprio Comune di residenza, tramite bandi pubblici: le procedure, dunque, cambiano a seconda degli avvisi pubblicati, ma vi sono, comunque, delle linee comuni a tutti (poiché debbono sottostare a principi sia nazionali che europei, in quanto non il 100% dei fondi proviene dal Comune).
Per le madri non lavoratrici, e che non percepiscono nemmeno l’indennità di disoccupazione o altro sussidio, e che, conseguentemente, non hanno diritto all’indennità di Maternità elargita dall’Inps, esiste l’assegno di Maternità erogato dai comuni: l’importo varia annualmente, ma è tenuto, generalmente, tra un minimo di 1500€ ed un massimo di 2500. E’ sempre l’Inps, ad ogni modo, a versare materialmente tali somme.
Sempre in tema di maternità, non dimentichiamo, poi, il Bonus bebè 2015, nonché il voucher per il pagamento di asili nido e baby sitter, dei quali abbiamo parlato in un nostro recente articolo.
Per quanto concerne gli assegni al nucleo familiare, ricordiamo che non esistono soltanto quelli erogati dall’Inps ai lavoratori, ai pensionati ed ai disoccupati (A.N.F.), ma abbiamo, altresì, quelli versati dai comuni: in questo caso, la procedura per ottenerli è indetta tramite avviso pubblico, e varia a seconda della residenza. Generalmente, ne hanno diritto i nuclei familiari con più di 3 figli, e con un indice Isee inferiore a € 8.500 circa.
A livello comunale, abbiamo anche diverse tipologie d’interventi a contrasto della povertà, come i Bandi Povertà Estreme, che prevedono dei contributi una tantum a nuclei con indicatore Isee particolarmente basso, ed i Bandi Famiglie Numerose, con i quali sono elargite delle somme in favore di nuclei con più di 4 figli.
Vi sono, poi, diverse procedure pubbliche volte all’erogazione di contributi per far fronte a costi di servizi essenziali, come il canone di locazione , le spese scolastiche e di trasporto.
Non meno importante è la Social Card 2015, che quest’anno è prevista in due ipotesi differenti: per i disoccupati (nel Sud Italia è in fase sperimentale, ed ancora non è possibile effettuarne la richiesta), e per i nuclei con anziani oltre i 65 anni e bambini sotto i 3 anni.
Quali sono gli adempimenti per ottenere tutte queste agevolazioni?
In primo luogo, dato che si tratta di benefici collegati al reddito, sarà necessario munirsi di dichiarazione DSU (per intenderci, quella relativa all’indice Isee), che può essere effettuata direttamente presso il sito dell’Inps, o tramite CAF.
Secondariamente, bisognerà prestare la massima attenzione nella lettura del singolo bando, comunale e non, e compilare la modulistica scrupolosamente, secondo le istruzioni, nonché allegare tutti i documenti richiesti, e spedire tempestivamente le domande. E’ consigliabile, per i meno esperti, farsi aiutare dagli uffici del proprio Comune.
In definitiva, pur essendovi diversi strumenti a sostegno del reddito, certamente la loro consistenza non è tale da apparire sufficiente per il mantenimento di una famiglia: costituiscono, comunque, degli importanti aiuti che consentono di arrivare alla fine del mese con un po’ più di “respiro”.
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