Vorrei vendere su Ebay alcuni regali non graditi: sono obbligata ad aprire la partita Iva ed a dichiarare quanto guadagnato?
Capita, spesso, di ricevere per Natale dei regali non graditi: se non possono essere riciclati, o donati, puoi tentare, innanzitutto, di riportare regalo e scontrino dal negoziante e domandare se è possibile fare un cambio con qualcosa di pari valore; anche se il negoziante non è tenuto a cambiare il regalo, spesso i rivenditori concedono comunque questa gentilezza.
Se non hai lo scontrino o la ricevuta fiscale, non tutto è perduto, poiché è possibile rivendere i regali sgraditi anche senza partita Iva.
La normativa fiscale italiana, difatti, permette di svolgere attività commerciale in via occasionale, anche tramite internet, senza essere obbligati ad aprire una posizione Iva: è quanto stabilito dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir). Le vendite occasionali, peraltro, possono essere effettuate, oltreché direttamente, anche servendosi di una piattaforma online organizzata, purché in via saltuaria. Questo non significa, però, che non devi dichiarare i proventi, in quanto sei tenuta a presentare la dichiarazione dei redditi.
Vendita di beni nuovi ed usati: quando è occasionale?
Parliamo di vendita, o attività commerciale occasionale, innanzitutto, quando l’attività non è professionale, né continuativa o organizzata.
Non è semplice distinguere, nel caso concreto, quando un’attività commerciale viene svolta in maniera puramente saltuaria e quando, invece, è presente quel minimo di organizzazione che fa desumere il carattere non occasionale della stessa.
Ad esempio, in alcune piattaforme online è possibile aprire un negozio virtuale anche senza il possesso di una partita Iva, poiché fanno riferimento a normative estere: pur trattandosi di servizi organizzati da società estere, però, il regime fiscale al quale le vendite devono essere sottoposte, da parte dei cittadini italiani residenti, è quello italiano.
Pertanto, nel caso in cui siano semplicemente messi in vendita alcuni beni, nuovi o usati, in una piattaforma in via occasionale, non hai l’obbligo di aprire la partita Iva: per i beni venduti devi però essere rilasciare una ricevuta e dichiarare i proventi conseguiti nel 730 o nel modello Unico.
Se, invece, apri un vero e proprio negozio online, anche servendoti di una piattaforma e non di un dominio internet proprio, il requisito dell’organizzazione fa cadere l’occasionalità e sorge l’obbligo di apertura della partita Iva.
Vendita occasionale di beni nuovi ed usati: emissione della ricevuta
Anche se vendi in maniera esclusivamente occasionale, sei comunque tenuta all’emissione di una ricevuta, che dovrà essere compilata con i seguenti dati:
- generalità del venditore e dell’acquirente;
- descrizione della vendita, accompagnata dalla dicitura: “Corrispettivo relativo a cessione di beni compiuta quale attività commerciale occasionale, di cui all’Art. 67 del D.P.R. 917/1986”;
- prezzo di vendita;
- data.
Devi inoltre applicare alla ricevuta una marca da bollo da 2 euro, se il corrispettivo di vendita supera i 77,47 euro. Il bollo va applicato sulla ricevuta originale, che va al cliente e non sulla copia che resta al venditore: questo vale anche per le ricevute “madre-figlia”, staccate dai classici blocchetti.
Vendita occasionale di beni nuovi ed usati: dichiarazione dei redditi
I proventi derivanti dalla cessione occasionale di beni, nuovi o usati, devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi, tra i “redditi diversi“: non sei però obbligata a presentare la dichiarazione dei redditi se i proventi sono inferiori a 4.800 euro nell’arco dell’anno, poiché le detrazioni per reddito da lavoro autonomo, al di sotto di tale soglia, superano l’imposta lorda.
Attenzione, però: questo vale soltanto se il reddito da lavoro autonomo occasionale è l’unico reddito conseguito (assieme all’eventuale possesso dell’abitazione principale). Se possiedi altri redditi, sei comunque obbligata a presentare, a seconda dei casi, il 730 o il modello Unico.
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