Il decluttering non è solo un’attività di repulisti, è proprio un approccio esistenziale. Liberarsi dalle cose fa risparmiare soldi, tempo ed energie.
Diventare minimalisti e disporre di (relativamente) pochi oggetti fa risparmiare in quanto induce a consumare meno e ad acquistare meno, ma produce risparmio anche nella misura in cui si riducono le spese di manutenzione degli oggetti e tutte quelle che normalmente non consideriamo strettamente legate allo stile di vita ad alto consumo.
Obiettivamente oggi non abbiamo davvero contezza di tutto ciò che possediamo e spesso, se ci soffermiamo, ci accorgiamo di essere sommersi dagli oggetti senza coglierne davvero l’utilità.
E allora liberiamocene: a cosa ci servono 10 coltelli di cui 9 con la lama non affilata? A cosa ci servono 6 paia di lenzuola per il letto matrimoniale, tutte quelle teglie con varie forme che poi all’occorrenza son sempre troppo piccole, troppo grandi, troppo storte? E che dire degli ombrelli rotti, delle centinaia di penne sparpagliate qua e là, dei cartoncini, delle chiavi che non si sa cosa aprono, dei contenitori vuoti, dei libri che non siamo riusciti a leggere oltre pagina 15?
Avere meno non significa fare sacrifici. Non dobbiamo infatti privarci di ciò che migliora la nostra vita, ma riflettere su cosa lo faccia veramente e su cosa invece ad un’attenta analisi si rivela una mera illusione.
Privarsi di cose inutili significa fare spazio alle cose belle. Talvolta infatti nel caos delle cose accumulate, gli oggetti belli non si vedono, spesso quelli utili non balzano agli occhi quando ne avremmo bisogno col risultato paradossale che pur avendo un’infinità di cose dobbiamo ricomprarle.
Come eliminare il superfluo per risparmiare
Non è necessario partire in quarta e svuotare l’appartamento, il decluttering può essere un processo graduale che dura negli anni, secondo i propri ritmi. Io stessa sono partita come un’accumulatrice seriale e a un occhio poco attento potrei sembrare la stessa di cinque anni fa. Ma io so che non è così. Pian piano, sto compiendo la mia rivoluzione. Ho iniziato dalla cucina — senza aver ancora raggiunto il risultato migliore, ma certamente essendomi allontanata tantissimo dal punto di partenza — ogni tanto affronto qualche comparto del mio guardaroba, quando sono in vena apro gli sportelli del mobile che abbiamo in sala e che contiene scartoffie e oggetti d’accumulo di varia provenienza, ogni mese affronto il bagno, i milioni di campioncini che riesco ad accumulare, ogni tre mesi faccio una grande pulizia nella camera dei bambini, liberandoli del superfluo di giocattoli e abbigliamento. Insomma cerco di fare il possibile, conscia che non è abbastanza, ma molto incoraggiata a far sempre meglio dallo stato di benessere che provo in seguito a ogni retata.
Ci vuole tempo. Ci vuole coraggio. Ci vuole una disposizione d’animo libera e serena.
Io non sempre ho queste qualità, ma sono spinta — appunto — dalle sensazioni positive che gli spazi ordinati ed essenziali mi danno, dalla semplicità con cui svolgo le azioni quotidiane quando non inciampo nelle cose. Infine, mi sorprendo di quanto mai, mai nessun oggetto mi è mancato dopo averlo dato via.
Il risparmio energetico è inimmaginabile, mettendoci anche l’aspetto terapeutico della faccenda.
Il risparmio economico è indubbio a patto di non sostituire ciò che abbiamo verificato non sia davvero utile.
Con meno cose si vive meglio.
Avete mai pensato di affrontare la casa e la vita in questo modo?
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