Risparmiare da giovani sembra una cosa da bacchettoni, eppure basta cambiare la visione delle cose per migliorare l’oggi e anche il futuro. Risparmiare mentre si è ragazzi, quando non si hanno le grandi responsabilità legate a una famiglia o al vivere da soli, può fare la differenza sia in termini di esperienze che nella qualità della formazione professionale.
Risparmiare da giovani infatti non vuol dire vivere da reclusi e privarsi di quelle esperienze che ogni under 30 dovrebbe fare, anzi: si deve risparmiare proprio per concedersi parentesi di vita che faranno la differenza nelle persone che saremo. Viaggi, corsi di formazione e potenziamento, un acquisto per la vita come potrebbe esserlo quello di una casa, l’avvio di un’attività lavorativa, sono spese che, nei limiti delle possibilità, ogni giovane dovrebbe tentare di sostenere.
Il fatto è che oggi più che mai le “distrazioni economiche” e i solleciti a spendere per beni relativamente superflui sono molteplici e all’ordine del giorno, e quindi i giovani si ritrovano a non sapere come risparmiare e mettere dei soldi da parte da poter utilizzare per esperienze di valore e per acquisti importanti.
Risparmiare da giovani: loro come la vedono?
Secondo uno studio pubblicato su Financial Times i giovani di oggi quasi si vergognano se hanno delle personalità lungimiranti e quindi mettono dei soldi da parte. Per realizzare lo studio sono stati selezionati 500 ragazzi tra i 16 e i 25 anni, che quasi all’unanimità hanno riferito di riconoscere l’importanza di imparare a gestire il proprio denaro. Più della metà di essi ha considerato importantissimo impiegare i soldi per realizzarsi professionalmente, e qualcuno ha menzionato addirittura, tra le cose fondamentali da fare, anche l’acquisto di una casa. Ma in cima alle loro priorità spiccava l’esigenza di avere una soddisfacente vita sociale.
Deborah Mattinson, ricercatrice che ha preso parte alla conduzione della ricerca, ha affermato:
“I tempi sono cambiati. Nel complesso i giovani sono pessimisti e paurosi per il futuro, in quanto le prospettive finanziarie sembrano molto peggio per la loro generazione rispetto a quelle dei genitori.”
Charlotte Malton, organizzatrice senior tra i ricercatori dello studio, aggiunge:
“Decidere di risparmiare o promuovere la felicità a breve termine è spesso visto come un grandissimo conflitto interiore, dove di solito a vincere è la felicità a breve termine. In realtà la volontà di imparare a fare un compromesso tra denaro e felicità c’è, e i giovani si chiedono in che modo imparare a gestire bene i loro soldi adesso possa facilitare la felicità in futuro. Tre giovani su cinque sono consapevoli del fatto che le loro vite potrebbero migliorare imparando l’arte del risparmio. La parte difficile sta proprio nell’imparare quell’arte.”
Infatti i giovani hanno poche idee e pure confuse sul come gestire le proprie finanze, per non parlare del fatto che molti hanno appreso sbagliate abitudini dai genitori, o anche dai coetanei. Tra di loro tendono quasi a prendersi in giro se qualcuno manifesta uno stile di vita un po’ più rigido, quindi chi risparmia e tende a fare delle rinunce viene percepito come “noioso”. Addirittura si vergognano, emerge dalla ricerca, ad ammettere di portare avanti dei metodi di gestione del proprio budget.
Eppure chi risparmia sarà quel giovane che poi potrà permettersi quel viaggio più particolare, quell’acquisto extra, quel corso esclusivo che lo porterà, probabilmente, ad avere un lavoro migliore dei suoi coetanei.
Risparmiare è possibile, se si impara l’autocontrollo unitamente alla capacità di prevedere le spese
Per i giovani, come dicevamo, le sollecitazioni a spendere sono frequentissime, e la tendenza dilagante a pensare che risparmiare sia da sfigati va a completare il quadro scoraggiante della situazione. Imparare ad autocontrollarsi è più difficile che mai per i ragazzi, ma chi impara a farlo forgerà il proprio carattere e darà manifestazione di una forza e di una personalità fuori dal comune, nel senso più positivo.
Gli amici magari oggi non capiranno, ma domani vedranno il giovane risparmiatore raggiungere dei risultati che gli generano soddisfazioni, e senza chiedere nulla, o quasi, a nessuno.
Per risparmiare il ragazzo dovrà adottare delle accortezze, segnare le entrate e le uscite, imparare a fare bilanci così da sapere come suddividere il suo denaro. Sugli articoli “Come gestire il bilancio familiare” e “App per risparmiare: 15 applicazioni must have” ci sono una serie di spunti e consigli adattabili anche ai giovani risparmiatori.
Perché un giovane dovrebbe risparmiare
Se sembra più gratificante investire i propri risparmi nell’acquisto di un nuovo smartphone o di una borsa firmata (spese che comunque è possibile fare, ma non in maniera ricorrente), la lista delle spese intelligenti da fare è lunga e motivante. Qualche esempio?
Investire nella propria formazione professionale e personale: che sia un corso di specializzazione, un corso di meditazione, un corso di memoria, ogni investimento riservato al proprio miglioramento è sempre e comunque una scelta che darà i suoi frutti. Non solo queste spese ci rendono più appetibili per il mercato del lavoro, ma anche come individui.
Viaggiare: visitare posti lontani e diversi dalle nostre realtà, scoprire come si vive in altre parti del mondo, conoscere gente che ha una visione diversa dalla nostra, apre gli orizzonti e le menti. Ci migliora. Ci sono dei viaggi che con una famiglia al seguito e con gli impegni lavorativi tipici dell’età adulta non saranno semplici da compiere, e che quindi andrebbero fatti prima dei 30 anni, quando si hanno anche un fisico e un temperamento adatti all’avventura.
Crearsi un lavoro: se un ragazzo vuole diventare un fotografo gli servirà una buona attrezzatura; se vuole fare il pizzaiolo, gli servirà un locale; se vuole diventare medico, gli serviranno soldi per affrontare gli anni di università. Qualsiasi sia il lavoro dei sogni è bene perseguirlo, e attivarsi per far fronte a tutte le spese che ne conseguiranno.
Investire bene i vostri soldi vi farà benedire quel drink in meno del sabato sera e quel cellulare all’ultimo grido che non avete acquistato.
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