Tra noi madri cresce sempre di più la voglia di mettersi in proprio, complice, da un lato, la penuria di posti di lavoro, dall’altro lato, la mancanza di flessibilità delle aziende.
Molte sono state invogliate all’autoimprenditorialità, anche grazie al regime fiscale dei contribuenti Minimi (istituito dal D.L. 98/2011), che permette di usufruire di una tassazione ridotta al 5% e di altri vantaggi importanti, come l’esonero dall’Iva.
Purtroppo, però, la Legge di Stabilità 2015 ha messo la parola fine a questo positivo istituto, sostituendolo con il nuovo regime Forfettario.
Quali sono le differenze rispetto ai Minimi?
Innanzitutto, l’aliquota della tassazione separata sarà pari al 15%, quindi sarà addirittura triplicata.
Anche il limite dei ricavi per accedere al Forfettario sarà più rigido (da un minimo di € 15.000 per gli esercenti arti o professioni , ad un massimo di € 40.000 per le altre categorie, con alcune eccezioni per particolari settori).
Non sarà più possibile dedurre le spese: difatti, l’imposta dovuta sarà calcolata applicando un coefficiente di redditività sui ricavi conseguiti, che varia a seconda della categoria. Ad esempio, se un professionista possiede entrate per 10.000€, applicando il coefficiente previsto (del 78%, in questo caso), otterrà una base imponibile di 7.800€, sulla quale pagherà il 15% di tassazione. Questo, anche se a fronte di 10.000€ di entrate vantasse, ad esempio, 11.000€ di uscite.
Vero è che la mancata deducibilità dei costi non comporterà più la conservazione delle fatture acquisti, ma questo rappresenta un ben magro vantaggio.
Ci sono, comunque, dei fattori positivi, rispetto al regime dei Minimi: l’eliminazione dei limiti di permanenza, il versamento dei contributi sul reddito effettivamente dichiarato, anche al di fuori della Gestione Separata, e la possibilità di avvalersi di dipendenti e collaboratori entro 5.000€ annui, nonché di effettuare acquisti di beni strumentali entro € 20.000 l’anno.
Per quanto concerne l’IVA, nulla cambia: chi aderirà al nuovo regime forfettario sarà esentato dagli adempimenti, quindi non applicherà la rivalsa e non avrà diritto alla detrazione dell’imposta.
Dovendo tirare le somme, sono ben poche le persone a cui converrebbe il Forfettario: sarebbe vantaggioso,in definitiva, solo per chi dovesse prevedere sia ricavi che costi limitati. Neppure la riduzione di 1/3 della base imponibile, prevista nei primi 3 anni d’attività, cambierebbe la situazione di fondo.
Se avete avviato un’attività, ed attualmente appartenete già al regime contribuenti Minimi, non disperate: potrete mantenere i vantaggi dell’istituto sino alla sua naturale scadenza (5 anni, o , comunque, sino al compimento del 35° anno d’età).
In ogni caso, non gettate la spugna, anche qualora non riusciste ad aprire la vostra attività quest’anno: è stato preannunciato dal Governo, infatti, un decreto correttivo a favore delle partite Iva; sarà varato nei primi mesi del 2015, e dovrebbe rimediare a tutte le criticità rilevate da autonomi e professionisti.
Insomma, l’anno nuovo sembrerebbe portare qualche speranza a chi, nonostante crisi ed impegni familiari, non vuole arrendersi e combatte mettendosi in gioco, con l’auspicio che non si tratti di vane promesse.
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