Vediamo insieme come avviare un’attività utilizzando lo strumento del Microcredito, utilissimo per le donne che vogliono mettersi in proprio o sviluppare attività di tipo imprenditoriale.
Il posto di lavoro si rivela sempre più una chimera, per una madre, complice, da un lato, la persistente crisi economica, che ha causato un numero enorme di licenziamenti, e, dall’altro lato, le difficoltà nel conciliare famiglia e impiego. Ecco che, allora, mettersi in proprio ed “inventarsi un lavoro” diventa necessario, poiché permette di avere nuovamente un reddito, ma con tempistiche conciliabili con le esigenze familiari.
Per la maggior parte delle aspiranti imprenditrici, però, l’inizio dell’attività rappresenta un duro scoglio da superare, a causa della burocrazia e degli ingenti costi da affrontare. Considerate le notevoli difficoltà nell’ottenere un prestito o un mutuo bancario, molti percorsi imprenditoriali si bloccano sul nascere.
Fortunatamente, dopo anni di recessione, lo Stato pare aver compreso che le Pmi ed i lavoratori autonomi costituiscano una linfa vitale per l’economia, ed ha dunque deciso di venire incontro alle nuove imprenditrici con lo strumento del microcredito, che sta conoscendo una sempre maggiore diffusione: si tratta di un prestito, nella gran parte dei casi non superiore a 25.000€, che viene erogato da operatori specializzati, banche o finanziarie, a tutti i soggetti privi di garanzie per ottenere un finanziamento: professionisti, autonomi, ditte individuali, società di persone o piccole società di capitali, associazioni, cooperative….
Alcuni bandi vengono specificamente destinati al reinserimento nel mercato del lavoro di soggetti particolarmente svantaggiati, come disoccupati e giovani; bisogna tuttavia considerare che, per quanto soggetti deboli, sono sempre esclusi i richiedenti sovraindebitati, o che risultano nell’elenco dei cattivi pagatori.
Le somme vengono erogate con tassi d’interesse notevolmente più bassi rispetto a quelli di mercato, e le garanzie sono prestate direttamente da fondi pubblici.
Ad esempio, per quanto concerne il nuovo Microcredito Mise, che sarà operativo entro metà aprile, i fondi sono stati messi a disposizione sia dal Ministero dello Sviluppo Economico, che dal Movimento 5 Stelle.
I prestiti, nella generalità delle ipotesi, sono finalizzati all’acquisto di beni e servizi strumentali all’attività, all’assunzione di dipendenti ed alla formazione lavorativa. In alcuni casi, i fondi non sono erogati in un’unica soluzione, ma è l’operatore di microcredito verificare, volta per volta, i risultati intermedi del progetto.
Per poter fruire delle somme, è necessario presentare all’Ente erogante un progetto dettagliato inerente l’attività, che contenga una relazione sui prodotti o servizi da proporre e sul loro mercato; molto importante è il curriculum dei richiedenti, per valutare il background di esperienze e le possibilità conseguenti di riuscita dell’attività.
Generalmente, ogni bando mette a disposizione dei proponenti la modulistica necessaria, in modo che sia possibile, anche per i non professionisti, redigere un piccolo business plan; ad ogni modo, per chi è a digiuno di nozioni economiche ed amministrative, si consiglia l’assistenza di un esperto del settore, come un commercialista o un consulente del lavoro.
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