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Il nuovo ISEE 2015: cosa cambia

5 Febbraio 2015 di Carlotta Cabiati 1 commento

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Il DPCM 159/2014 ha introdotto a partire dal 1 Gennaio 2015 nuove metodologie per il calcolo dell’ISEE, l’indicatore che permette l’accesso a prestazioni sociali e a servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate quali ad esempio:

  • riduzioni tasse Universitarie,
  • assegni di maternità,
  • prestazioni scolastiche (mensa, borse di studio),
  • carta acquisti o social card,
  • agevolazioni sul gas e sulle bollette della luce.

Considerato l’interesse in merito a questo argomento delle mamme lettrici, mi preme darvi qualche spunto sulle novità relative alla compilazione del modello e sulla documentazione da presentare.

Il contribuente può chiedere di farsi calcolare e rilasciare l’Isee all’Inps, al Comune di residenza o ad un CAF gratuitamente.

Innanzitutto per la compilazione dei modelli, basta accedere al sito dell’INPS (www.inps.it) seguendo il percorso “Servizi online > ISEE 2015” e sempre attraverso lo stesso servizio, è possibile acquisire, gestire e consultare la Dichiarazione Sostitutiva Unica. Quest’ultima, infatti, è la dichiarazione che deve essere inviata per ottenere l’ISEE.

In questa nuova DSU (nel modello MINI oppure INTEGRALE) vengono fornite dal contribuente solamente le informazioni che il Fisco non conosce. Questo, per evitare una duplicazione di informazioni e dati, già in  possesso dell’Amministrazione Finanziaria.

Nel nuovo modello ISEE viene introdotto l’indicatore relativo ai depositi e conti correnti, che dal 2015 faranno riferimento in base al valore medio di giacenza annuo e si terrà conto dei redditi esenti da Irpef (come pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento).

Variabile da non trascurare, poi, quella relativa al patrimonio immobiliare, ora valutato quale quello ai fini IMU al 31 Dicembre dell’anno precedente quello di presentazione della domanda e non più quello relativo ai fini ICI, decisamente inferiore.

Per le case di proprietà, poi, se è stato contratto un mutuo, non si considera l’intero valore della casa ma solo la parte che supera l’importo del mutuo residuo.

Dunque, nel complesso, criteri più rigorosi e più stringenti, che eviteranno sicuramente comportamenti “furbetti” ma che, d’altra parte, andranno probabilmente a penalizzare chi aveva in passato il diritto ad usufruire delle prestazioni di natura sociale e assistenziale.

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Categoria: Arrivare alla fine del mese/ Risparmi e Fisco
Tag: agevolazioni/ inps/ isee/ Leggi e Normative

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