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Forfettario 2016, nuove agevolazioni per chi vuol mettersi in proprio

5 Gennaio 2016 di Noemi Secci 6 commenti

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Regime Forfettario 2016: quali sono i benefici, chi può utilizzarlo, come si accede.

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Mettersi in proprio ha dei costi non indifferenti, tra imposte ed adempimenti. Per chi ha intenzione di iniziare in piccolo, però, è possibile aderire al nuovo Regime Forfettario, che è stato modificato, per il 2016, dalla Legge di Stabilità, che ha previsto un’imposizione più leggera e lo ha reso molto simile al precedente Regime dei Minimi.

Vediamo, nel dettaglio, quali sono le agevolazioni del Forfettario 2016 e chi può aderirvi.

Nuovo forfettario 2016: agevolazioni

Le agevolazioni previste per chi aderisce al nuovo Forfettario nel 2016 sono, nel dettaglio:

  • una tassazione ridotta al 5%, per i primi 5 anni di attività (poi innalzata al 15%), che sostituisce Irpef, Iva, Addizionali ed Irap;
  • la non soggezione agli Studi di Settore;
  • la non obbligatorietà della tenuta dei registri Iva (acquisti, vendite, etc.), ed il solo obbligo di numerare progressivamente le fatture e conservarle(non è necessario conservare le fatture acquisti);
  • il mancato addebito dell’Iva sulle fatture, e l’assenza di ritenuta d’acconto;
  • la previsione del pagamento della contribuzione previdenziale ridotta del 35%, per la Gestione Inps artigiani e commercianti.

Il reddito non è calcolato come ricavi meno costi, ma è basato sui soli ricavi, ridotti da un coefficiente di redditività, che va da un massimo dell’86% (per le costruzioni e le attività immobiliari), ad un minimo del 40% (per commercio, turismo e ristorazione, industrie alimentari e delle bevande): chi si mette in proprio come libero professionista ha un coefficiente di redditività pari al 78%. In pratica, su 1000 euro di compensi, pagherà le tasse (pari al 5% o al 15%) su 780 euro.

Nuovo forfettario 2016: requisiti per l’accesso

Possono aderire al Regime le persone fisiche, sotto forma di ditta individuale o libero professionista (non sono ammesse le società), che presentano i seguenti requisiti:

  • se è già stata intrapresa un’attività, i compensi dell’anno precedente non devono risultare superiori alla soglia massima di ricavi annua 8che varia da un minimo di 25.000 ad un massimo di 50.000 Euro; per i lavoratori autonomi-liberi professionisti è pari a 30.000 Euro);
  • le spese per lavoro dipendente o per collaboratori, nell’anno precedente, devono essere inferiori a 5.000 Euro;
  • le spese totali per i beni strumentali, nell’anno precedente, non devono aver superato 20.000 Euro;
  • per chi intraprende una nuova iniziativa e fruisce della tassazione al 5%, l’attività non deve costituire la continuazione di un’attività preesistente, anche svolta come lavoratore dipendente; inoltre, non deve risultare una partita Iva aperta negli ultimi 3 anni.

Nuovo Forfettario 2016: come si accede

L’opzione per l’accesso al Nuovo regime Forfettario può essere comunicata direttamente in sede di apertura della Partita Iva, barrando l’apposita casella di adesione al Regime.

Ricordiamo che gli adempimenti “burocratici”per chi vuole mettersi in proprio come libero professionista sono:

  • apertura della Partita Iva (l’operazione può essere fatta tramite un intermediario, come un commercialista o un consulente, oppure anche da soli, nel sito dell’Agenzia delle Entrate, scaricando l’apposito software, se si possiede il Pin per l’abilitazione ai servizi Fisconline);
  • iscrizione alla Gestione Separata Inps (anche questo adempimento può essere fatto da soli, nel Portale Web dell’Inps, se si dispone di Pin, oppure tramite un consulente del Lavoro o altro intermediario), o a una diversa cassa professionale;
  • eventuali comunicazioni al Suap del proprio Comune, se si vuole aprire un locale al pubblico.

Gli adempimenti per chi si mette in proprio come ditta individuale, invece, sono “riassunti” nella Comunicazione Unica (Comunica), tramite la quale si effettua l’apertura della Partita Iva, l’Iscrizione alla Camera di Commercio, all’Inps (se ci sono dipendenti si deve aprire un’ulteriore matricola all’Inps, ed una posizione presso l’Inail), ed, in molti casi, anche la dichiarazione d’avvio attività al Suap del Comune.

In questa sede non parliamo, ovviamente, di tutti i requisiti che devono essere presenti prima di mettere in atto tali adempimenti: abilitazioni professionali, o licenze-permessi per l’esercizio di una determinata attività, requisiti tecnici, strutturali, ed igienico sanitari dei locali, valutazione dei rischi, requisiti morali…

Tutte queste caratteristiche variano moltissimo, a seconda della tipologia esercitata. È necessario dunque informarsi molto bene, prima d’intraprendere qualsiasi iniziativa, perché se mancano i parametri essenziali si rischia di chiudere prima d’incominciare!

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Categoria: Risparmi e Fisco
Tag: mettersi in proprio col forfettario/ nuova attività col Forfettario/ Nuovo Forfettario 2016/ Regime Forfettario 2016

Commenti

  1. Maria Sabia dice

    28 Gennaio 2016 alle 10:10

    Ciao,
    ti faccio i complimenti per la chiarezza. Ma non ho capito questo punto “inoltre, non deve risultare una partita Iva aperta negli ultimi 3 anni.”

    A me è capitato di aprire la P.IVa nell’ottobre del 2012 e chiuderla praticamente pochi mesi dopo a Marzo del 2013 era già chiusa, era un’attivà di commerciale che a me non piaceva.

    Ora vorrei riaprirla, perchè sono aumentata di professionalità, nell’ambito del web marketing. Rientrei nel regime forfettario 2016?

    Grazie.

    Rispondi
  2. Noemi Secci dice

    2 Febbraio 2016 alle 17:36

    Purtroppo per 3 anni precedenti s’intendono i 3 anni solari, e non il periodo esatto. Così, se tu aprissi nel 2016, rientreresti nel Forfettario “ordinario” con tassazione al 15%, e non nel Forfettario “agevolato” con tassazione del 5% (che prevede, appunto, il requisito dei 3 anni precedenti senza P. Iva aperta), Potresti rientrare in quest’ultima ipotesi aprendo nel 2017.

    Rispondi
  3. Luca dice

    23 Febbraio 2016 alle 11:10

    Ciao,
    avrei bisogno di un chiarimento, sto valutando di passare da ordinario a forfettario e sembra che possa rientrarci, ma il mio dubbio è sulla tassazione, dovrei andare a pagare sul forfettario anche il 27% oltre al 5% o 15%?
    Grazie

    Rispondi
  4. Noemi Secci dice

    23 Febbraio 2016 alle 13:06

    Se per 27% intendi i Contributi alla Gestione Separata Inps, quelli son contributi previdenziali e non imposte. Si pagano per intero ( se, ovviamente, sei iscritto a quella gestione). L’unico sconto per i contributi dei forfettari e’ riconosciuto agli iscritti alla Gestione artigiani e commercianti, ed e’ del 35% su tutti i contributi, anche sopra il minimale.

    Rispondi
  5. Ag dice

    30 Settembre 2016 alle 14:11

    Grazie, sei stata molto chiara. Sarebbe interessante un approfondimento su regime ordinario vs regime forfettario per chi, ad esempio, fa un’attività di blog online. Ho fatto un due conti e mi pare che il forfettario diventi subito meno conveniente appena incominci ad avere delle spese.

    Grazie
    A.

    Rispondi

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