In questo articolo, offriamo una mini-guida, recante tutte le principali agevolazioni fruibili da chi ha figli disabili a carico.
Ricordiamo che rientrano nei benefici anche i minori in affido, seppure non adottati.
- Agevolazioni per gli ausili: tutti gli ausili destinati agli invalidi godono, all’atto dell’acquisto, dell’applicazione dell’IVA agevolata ; inoltre, è possibile beneficiare della detrazione del 19%, in sede di dichiarazione dei redditi (730 o Modello Unico).
- Agevolazioni per sussidi tecnici ed informatici: si tratta di prodotti , come i computer, che possono favorire l’autonomia delle persone con handicap o invalidità. Il loro acquisto beneficia dell’IVA agevolata , ed i costi possono essere detratti in sede di dichiarazione dei redditi. Per poter fruire dell’agevolazione, però, è necessaria la certificazione di invalidità o handicap, oltre a una specifica prescrizione autorizzativa.
- Deduzione delle spese per l’assistenza specifica: è possibile dedurre dal reddito complessivo, nella dichiarazione , i costi sostenuti per l’assistenza dei figli (e, in generali, dei familiari a carico) con handicap, effettuata da personale medico e sanitario (compresi i terapisti).
- Deduzione per servizi domestici: tale beneficio non riguarda solo i contribuenti che assumono personale domestico come aiuto per figli disabili/ handicappati a carico, ma è fruibile da tutti i cittadini. La Legge 342/2000, all’articolo 30, difatti, riconosce una deduzione dal reddito complessivo, pari ad un massimo di € 1549,37, che è inerente ai contributi previdenziali e assistenziali relativi al personale assunto.
- Detrazione per l’assistenza personale : quest’agevolazione (articolo 1, comma 319 della Legge 296/2006), concessa ai familiari delle persone non autosufficienti, consente di recuperare, tramite 730 o Modello Unico, una parte dei costi sostenuti per la retribuzione del personale dedito all’assistenza di tali soggetti (come, ad esempio, le badanti). E’ consentito detrarre al 19% tali spese, fino ad un ammontare massimo di € 2.100, e sino ad un reddito complessivo del contribuente di € 40.000. Per poter godere del beneficio, peraltro, deve risultare la non autosufficienza dell’assistito da una specifica certificazione medica, anche se non è necessario che si tratti del verbale d’invalidità o handicap. Ovviamente, sarà necessario che il lavoratore dedito all’assistenza rilasci una ricevuta di pagamento, comprensiva di tutti i dati personali.
- Detrazione per figli a carico: oltre alla normale detrazione sul reddito relativa ai figli a carico, per ogni figlio portatore di handicap, la detrazione aumenta di 400€.
- Prolungamento dell’astensione facoltativa di maternità: è possibile estendere, in caso di figli con handicap grave certificato(articolo 3, comma 3, Legge 104/1992), il congedo di maternità sino ai tre anni di vita del bambino ; in alternativa, è possibile richiedere due ore di permesso giornaliero.
- Permessi lavorativi retribuiti : dopo il compimento del terzo anno di età del bambino con handicap grave certificato, i genitori hanno diritto a tre giorni di permesso mensile retribuito. Il beneficio è comunque valido per tutti i lavoratori che assistono un familiare con handicap grave
- Congedi di due anni retribuiti: il congedo, retribuito e frazionabile, spetta ai genitori di persone con handicap grave certificato, sino ad un massimo di due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa.
- Rifiuto di prestare lavoro notturno: i genitori di un soggetto disabile, ai sensi della Legge 104, possono rifiutarsi di essere adibiti al lavoro notturno.
- Opposizione al trasferimento: i lavoratori che assistono un figlio con handicap grave non possono essere trasferiti ad altra sede, in mancanza di espresso consenso; la possibilità di rifiutare è un vero e proprio diritto soggettivo del dipendente, in questo caso.
- Possibilità di scegliere la sede di lavoro : il dipendente, genitore di persona con handicap grave certificato ,ha diritto a scegliere, quando possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. In questo caso, contrariamente a quanto avviene per il rifiuto al trasferimento, non si ha un diritto soggettivo, ma un interesse legittimo; pertanto, il datore di lavoro può rifiutare l’opzione, motivando il diniego adeguatamente.
- Contributi comunali: la normativa, in questi casi, varia a seconda del comune nel quale si ha la residenza. In generale, sono previste delle erogazioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche all’interno della propria abitazione, nonché delle agevolazioni sulla tassa sui rifiuti. E’ necessario, tuttavia, informarsi presso il proprio comune , per conoscere i dettagli.
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