Quali sono le spese per gli youtuber che aderiscono a un programma di affiliazione per la pubblicità?
Hai caricato dei video su YouTube con un discreto successo e stai pensando di iniziare a guadagnare da questa attività aderendo al programma Partner della piattaforma web? È bene che tu sappia che tutto ciò che guadagnerai dovrà essere dichiarato al fisco e tassato, e che sarai obbligato ad aprire la partita Iva anche se i tuoi introiti risulteranno molto bassi. Vediamo perché.
Quali guadagni per gli youtuber
Innanzitutto devi sapere che le entrate, per chi carica dei video su YouTube e aderisce al programma Partner, derivano principalmente dalla pubblicità. La normativa italiana non disciplina specificamente come devono essere tassati i proventi derivanti dalla pubblicità su YouTube, ma questi non possono essere considerati dei proventi occasionali, dato che i video sono presenti sulla piattaforma 365 giorni l’anno: in pratica, chi ha caricato il video può incassare tutti i giorni, a seconda delle visualizzazioni.
Di conseguenza, si è costretti ad aprire la partita Iva perché l’attività non può rientrare nel lavoro autonomo occasionale.
Partita Iva per l’attività di youtuber, quali spese?
A questo punto, arriva la nota dolente. Non è possibile, difatti, aprire la partita Iva come libero professionista, in quanto i proventi derivanti dalla pubblicità sono considerati, dal punto di vista fiscale, introiti derivanti da un’attività commerciale. Oltre alla partita Iva, quindi, ci si deve anche iscrivere alla Camera di Commercio, che comporta il pagamento di un importo annuo, che si attesta generalmente intorno ai 130 euro.
Inoltre, si è obbligati ad iscriversi alla gestione Inps commercianti, che comporta ogni anno il pagamento di contributi in misura fissa anche se il guadagno è basso o pari a zero. Per i commercianti, difatti, vengono calcolati i contributi con un’aliquota che attualmente è pari al 23,64%, su un minimale di reddito di 15.548 euro.
Il che vuol dire che ogni anno si devono pagare quasi 3.700 euro anche se si è guadagnato pochissimo o se le spese hanno superato gli incassi.
Aderire a un programma di affiliazione pubblicitaria per i video caricati conviene?
A questo punto, possiamo affermare con certezza che nella maggior parte dei casi non è conveniente aderire a un programma di affiliazione per guadagnare con la pubblicità per i video caricati.
Considerando che il più noto programma di affiliazione, Google Adsense, corrisponde un introito che può andare da 1 a 2 euro circa ogni 1000 visualizzazioni, e considerando che le spese fisse, una volta aperta la partita Iva, sono pari ad un minimo di circa 4mila euro (solo con i contributi Inps e il diritto annuale per l’iscrizione alla Camera di Commercio: a questi costi devono poi essere aggiunte le imposte), diventare uno youtuber professionista che guadagna dalla pubblicità è consigliabile solamente se prevediamo un enorme numero di visualizzazioni annue, che ci consentono di coprire abbondantemente le spese fisse.
In caso contrario, purtroppo, è meglio lasciar perdere. Sarebbe opportuno che la normativa prevedesse una regolamentazione ad hoc per i piccoli introiti pubblicitari, prevedendo delle soglie di esenzione dalla contribuzione Inps, perché guadagnare dalla pubblicità on-line può rappresentare un buon arrotondamento del proprio reddito, oltre a un reddito prodotto realizzando un’attività che ci piace e ci appassiona.
Noemi Secci dice
Un piccolo aggiornamento: i nuovi contributi Inps per la gestione dei commercianti sono pari al 24,09%, su un minimale di reddito di 15.710 euro.