Vediamo, in pochi e semplici passi, come fare per rendere redditizia un’attività di svago.
Chi non ha un passatempo? Noi donne ci appassioniamo a tantissime attività: proprio perché siamo multitasking, non riusciamo a starcene con le mani in mano e, anche se abbiamo già un impiego (senza considerare il lavoro non indifferente da svolgere in casa ed in famiglia), troviamo sempre uno spazio per i nostri hobbies preferiti.
Cucina, sport, giardinaggio, cucito, uncinetto, pittura, découpage, creazione di gioielli… I modi di esprimersi sono davvero numerosissimi.
C’è, però, quel momento in cui quest’attività diventa un qualcosa di più di una semplice distrazione, trasformandosi in vera e propria passione. Ed è allora che ci viene in mente la fatidica frase: “perché non fare del mio hobby un vero lavoro?”
Questo può capitare quando siamo stanche di un impiego che non ci va a genio, o, ancor di più, quando un posto non ce l’abbiamo proprio: fondere divertimento e redditività pare l’avverarsi di un sogno.
Tra l’altro, ogni giorno osserviamo, in televisione o tramite web, diversi programmi in cui i conduttori danno sfogo alla propria creatività, o, ancora, vediamo crescere e diventare famose delle aziende che hanno iniziato come piccoli negozi online di manufatti realizzati da un semplice “hobbysta”.
Grazie a internet, infatti, farsi conoscere ed affermarsi è possibile per tutti, ed il sogno di lavorare e divertirsi sembra facilmente realizzabile…
Come mai ho detto “sembra”?
Perché, purtroppo, non tutto è così facile come appare ai nostri occhi.
Innanzitutto, per quanto il nostro “svago” possa essere edificante e rilassante, perde quasi del tutto queste caratteristiche una volta che si trasforma in attività autonoma, o, ancora peggio, organizzata in forma d’impresa.
La redditività, difatti, pone, in primis, delle spese (materiali, merci, attrezzature, eventuali locali, collaboratori, bollette e servizi), ed in secondo luogo un obiettivo in termini economici (ovvero, i ricavi devono superare i costi, e garantire “almeno” l’equivalente di uno stipendio).
Effettuare una valutazione del genere non è un compito elementare: occorrerà stendere un progetto, con molta attenzione nella quantificazione delle varie voci, non ultimo tempo ed energia da impiegare quotidianamente.
A proposito del nostro impegno, è proprio questo l’elemento che toglie la qualifica di svago all’attività: ad esempio, se creiamo gioielli, dovremmo essere in grado di produrne in quantità sufficienti per soddisfare tutte le richieste, se vogliamo sperare in un minimo di guadagno.
C’è una bella differenza tra realizzare una collana per divertimento, con ore ed ore a disposizione, e completarla invece entro un lasso di tempo determinato, ed in modo professionale, cosicché gli acquirenti non abbiano nulla da eccepire sull’oggetto: la qualità, specie nel primo periodo è essenziale. Nessuno ci conosce, e dei feedback negativi possono diventare un colpo di grazia per la ditta appena nata.
Sono davvero poche le persone che riescono a vivere realizzando un numero esiguo di creazioni, vendute a cifre consistenti: si tratta di artisti affermati da tempo, con una lunga carriera alle spalle, ed una altrettanto lunga gavetta (quella che noi, in pratica, stiamo incominciando solo ora). Pertanto, non cadiamo in vane illusioni di “ ascese-lampo”.
A proposito della fama, come riuscire a farsi conoscere ed a divulgare i propri prodotti o servizi?
Tramite internet, sembrerebbe un gioco da ragazzi: tuttavia la Rete, proprio perché aperta ad ogni individuo, in tutto il mondo, è un severissimo meccanismo di selezione.
Pertanto, è necessario, se non si vuole rischiare di rimanere nell’anonimato, rivolgersi a professionisti nel campo informatico e del web-marketing, sia per la realizzazione di un sito efficiente, con una grafica accattivante e visualizzabile anche da smartphone e piccoli dispositivi, sia per il posizionamento nei motori di ricerca e la promozione nei social media.
Non è semplice nemmeno la gestione fiscale, contabile ed amministrativa, poiché è indispensabile tutta una serie di adempimenti (che varierà, comunque, a seconda del settore scelto): Comunicazione Unica per apertura di partita Iva ed iscrizione alla Camera di Commercio, iscrizione all’Inail, tenuta dei libri contabili…
La burocrazia si complica, e gli oneri si moltiplicano, se decidiamo di aprire al pubblico un punto vendita o un laboratorio, e se abbiamo bisogno di assumere personale.
Una buona soluzione, nei primi tempi, specie se non siamo convintissime, può essere quella di iniziare con un campionario dei nostri prodotti, o col proporre i nostri servizi “in piccolo”, iniziando da parenti ed amici.
Anziché realizzare da subito una pagina professionale, partiamo con un blog e con una prima divulgazione nei social; partecipiamo a gruppi e forum sull’ambito che ci interessa, approfondiamo, perfezioniamoci.
Potremmo qualificare le prime entrate come lavoro autonomo occasionale, senza obbligo di partita Iva ed iscrizione Inps.
Così, una volta acquisita una certa sicurezza, passo dopo passo, saremo pronte a lanciarci… ma col paracadute!
Alloro dice
Ben detto, non è purtroppo così semplice trasformare l’hobby in lavoro … redditizio!
Molto utili i tuoi suggerimenti, per iniziare! Grazie!
Post davvero stimolante … 🙂