Assenze dal lavoro per malattia: tutti gli adempimenti utili per non incorrere in sanzioni disciplinari.
Un’influenza, un raffreddore, un mal di pancia: purtroppo capita a tutti di ammalarsi, ed il primo pensiero va al lavoro. Avvertire il capo o il responsabile in tempo, inviare il certificato medico, la visita fiscale… Tutti problemi che spesso ci poniamo all’ultimo secondo, quando la malattia si è già verificata. Vediamo, in questo breve vademecum, come dobbiamo comportarci in caso di assenza dal lavoro per malattia.
Avvertire il datore di lavoro
Naturalmente il primo passo da compiere è avvertire l’azienda della nostra assenza: le modalità di avvertimento variano a seconda della realtà lavorativa e degli accordi collettivi.
Nella maggior parte dei casi è sufficiente una telefonata, anche in aggiunta a un fax o una mail, per essere sicuri che in azienda, o nell’Ente per cui lavoriamo, abbiano recepito la comunicazione e possano organizzarsi in tempo.
Certificato medico malattia: entro quando
Altrettanto importante è la visita, da parte del nostro medico curante o di un altro medico convenzionato col Servizio sanitario Nazionale (va bene anche la guardia medica). Il medico redigerà un apposito certificato, che invierà telematicamente all’Inps, al quale sarà assegnato un codice di protocollo.
Qualora il datore di lavoro o gli accordi lo richiedano, dovremo comunicare il codice del certificato, anche tramite Sms.
Essere reperibili per la visita fiscale
Ovviamente, una volta in malattia, non saremo liberi di uscire e di andare in giro dove vogliamo, ma dovremo restare a casa, ed essere pronti a ricevere la visita fiscale.
Le fasce orarie di reperibilità malattia, in cui possono arrivare i controlli medici sono:
- dalle 10 alle 12, e dalle 17 alle 19 per i lavoratori dipendenti del settore privato;
- dalle 9 alle 13, e dalle 15 alle 18 per i dipendenti pubblici.
Ricordiamoci che la visita fiscale può passare sin dal primo giorno.
Non siamo tenuti a sottoporci alla visita fiscale in questi casi:
- ricovero in ospedale o presso una struttura sanitaria;
- invalidità per causa di servizio;
- infortunio sul lavoro;
- gravidanza a rischio;
- malattia collegata all’invalidità riconosciuta.
Potremo poi uscire in determinati casi di urgenza, o per sottoporci a visite o terapie (ma in questi casi dovremo avvertire il datore di lavoro e fornire idonea attestazione della causa dell’assenza).
Se il medico prolunga la prognosi
Potrebbe succedere che il medico fiscale allunghi la durata della prognosi: in questo caso dovremo avvertire il datore di lavoro della nuova durata dell’assenza. La durata della malattia può essere anche riconosciuta dal nostro medico curante, che dovrà redigere e trasmettere telematicamente un certificato di continuazione della malattia.
Se il medico accorcia la prognosi
Il medico fiscale può anche decidere di abbreviare la prognosi, se ritiene che la nostra guarigione richieda tempi più brevi. In questo caso, saremo tenuti a rientrare prima.
In caso di ricaduta
Se invece ci riammaliamo, dopo essere guariti, l’iter degli adempimenti dovrà iniziare daccapo, con un nuovo certificato medico, e potremmo nuovamente essere soggetti alla visita fiscale.
Lascia un commento