Analizziamo insieme tutte le voci che compongono un cedolino paga, per chiarire tutti i dubbi più diffusi
Tutti noi sappiamo che cos’è una busta paga, e ne conosciamo la funzione: si tratta di un “foglio” che ha lo scopo di documentare quanto il lavoratore percepisce in un dato periodo lavorativo (solitamente coincidente con un mese), da parte di un determinato datore di lavoro, in ottemperanza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato.
Non tutti, però, sono in grado di leggere ed interpretare in maniera corretta il contenuto del cedolino, poiché la sua costituzione è complessa, essendo formato da numerose voci: in questo articolo, cercheremo dunque di spiegarne le componenti generali, nonché i calcoli che ci portano dal “lordo “ al “netto”.
Prendiamo, ora, una qualsiasi busta paga:
Nella parte superiore vediamo, innanzitutto, i dati dell’azienda: ragione sociale, codice fiscale, partita Iva, indirizzo.
Notiamo poi una dicitura:” INAIL, numero e data di autorizzazione tracciato e di autorizzazione alla numerazione unitaria”; si tratta delle autorizzazioni rilasciate dall’Inail per l’istituzione e la stampa del Libro Unico del Lavoro. Tale libro sostituisce gli ormai abrogati libri paga e matricola, e , semplificandone la descrizione, non è altri che l’insieme dei cedolini paga e dei calendari presenze (situati quasi sempre nello stesso prospetto), numerati unitariamente.
Sempre nella parte alta del cedolino, è poi indicato il periodo a cui si riferisce la retribuzione (ad esempio gennaio 2015), il numero di matricola Inps dell’azienda , il numero di posizione territoriale Inail (PAT), ed il codice della voce Inail (che cambia a seconda delle mansioni effettuate dal lavoratore: ad esempio, per la maggioranza dei lavoratori degli uffici, il codice è 0722; al variare della voce, varia il tasso di premio dell’assicurazione, che sarà tanto più alto, quanto più sono rischiose le mansioni cui il dipendente è adibito).
Sono in seguito presentati tutti i dati relativi al lavoratore. Nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, data di assunzione , scatti di anzianità (con l’indicazione della decorrenza dello scatto successivo), qualifica o tipo di rapporto (operaio,impiegato, etc…), professione Istat (ad esempio segretario,pizzaiolo…); devono inoltre essere obbligatoriamente indicati i dati relativi all’inquadramento contrattuale, dunque codice del Contratto Collettivo (CCNL) applicato, livello, orario settimanale, divisore orario.
Per quanto concerne gli elementi che compongono la retribuzione, nel cedolino sono indicate tutte le voci prescritte dal CCNL, che variano a seconda del settore: minimo contrattuale, Indennità di contingenza, eventuale Terzo Elemento, EDR, EET, importo scatti d’anzianità…La somma di queste voci porta alla retribuzione teorica o di fatto.
Per calcolare la paga oraria, detta retribuzione deve essere rapportata al divisore orario contrattuale: ad esempio, se ho una retribuzione teorica di € 1454,49 ed un divisore orario di 168, la paga oraria sarà pari a € 55,94.
La paga oraria deve essere poi moltiplicata per le ore lavorate e per le ore di festività, ferie e permessi goduti. In caso di lavoro straordinario, di lavoro prestato durante domenica e festivi, o di lavoro notturno, vanno poi calcolate delle maggiorazioni percentuali sulla paga oraria, secondo le indicazioni del CCNL.
Tutte le competenze sono indicate nella parte intermedia della busta: le ipotesi sono infinite e non si limitano agli emolumenti elencati; tra le voci più utilizzate possiamo avere, ad esempio, il Credito DL 66/2014 (i famosi 80€ del Bonus Renzi), l’Assegno al Nucleo familiare (che è un’erogazione effettuata dall’Inps per le famiglie con reddito inferiore a una determinata soglia), un’ eventuale indennità di malattia o maternità (conferita sempre dall’Inps), eventuali indennità di mensa, premi…
Purtroppo, nel prospetto paga non sono presenti solo le competenze, ma anche diverse trattenute, indicate nella parte intermedia-bassa, le quali ci portano dal “lordo” al “netto”, come già accennato.
Partendo dalla somma delle competenze, arrotondata all’unità di Euro, arriviamo subito all’imponibile Inps , che, nella maggioranza dei casi, vi corrisponde (in alcune ipotesi, però, possiamo avere degli emolumenti non imponibili, o esenti).
Dall’imponibile dobbiamo sottrarre la quota di contributi Inps a carico del lavoratore (solitamente il 9,19% o il 9,49%), ottenendo così l’imponibile fiscale. A seconda della tipologia e del settore di appartenenza, potremmo avere la sottrazione di ulteriori contributi; è poi specificato, nella stessa parte del foglio, l’imponibile Inail, quasi sempre coincidente con l’imponibile Inps.
In busta osserviamo, dopo l’indicazione dell’imponibile fiscale, o imponibile Irpef, l’indicazione dell’Irpef Lorda mensile (che viene calcolata risalendo, prima , al reddito presunto annuale, applicando a tale cifra le aliquote Irpef per scaglioni, ed infine rapportando la tassazione lorda annuale così ottenuta al mese in questione); sono poi riportate eventuali detrazioni applicate, nella maggioranza delle ipotesi per lavoro dipendente o per familiari a carico.
E’ di seguito indicata l’Irpef netta, alla quale si perviene sottraendo l’importo delle detrazioni dall’Irpef lorda; successivamente, notiamo tre tipologie di trattenute, Addizionale Regionale, Addizionale Comunale acconto ed Addizionale Comunale saldo: esse rappresentano le addizionali Irpef, che vengono trattenute, in rate uguali (11 per il saldo della Comunale e per la Regionale, 9 per l’acconto della Comunale), durante l’anno successivo a quello del reddito di riferimento.
Le trattenute non terminano qui, difatti ne esistono numerose altre tipologie, sia previdenziali-assistenziali che fiscali: ad esempio, i contributi per gli Enti Bilaterali, per i fondi sanitari, per previdenza complementare… Non le affrontiamo, in questa sede, poiché stiamo esponendo giusto i rudimenti essenziali della materia.
Una volta che conosciamo il totale delle competenze, a questo va sottratto, per semplificare,il totale delle trattenute, per arrivare al netto in busta, ovvero a quanto viene, di fatto, versato al dipendente (il più delle volte, arrotondato all’unità di euro).
La parte inferiore del cedolino contiene, poi, il calendario presenze, con l’indicazione, giorno per giorno, delle ore lavorate e degli straordinari, delle festività e delle ore di assenza, sia retribuite che non retribuite; infine, sempre nella parte bassa della busta paga, sono indicati i totali dei ratei ferie e permessi (nomenclati ROL, ex festività, banca ore, flessibilità…), maturati, goduti e residui, con separata indicazione di quelli relativi all’anno precedente.
L’argomento, naturalmente, meriterebbe parecchie altre considerazioni, e non è così semplice come appare in questo articolo: pensiamo al prospetto paga dell’edilizia, che contiene accantonamenti alla Cassa Edile, maggiorazioni dell’imponibile previdenziale, e numerose trattenute a vario titolo. O, ancora, pensiamo al calcolo dell’indennità di malattia o di maternità che, da soli, impegnano interi testi.
Lo scopo della nostra trattazione è, come già detto, esemplificare le varie componenti della busta paga per capirne le caratteristiche generali, rimandando ad altre sedi ogni ulteriore specifica: speriamo di essere riusciti nell’intento, fissando almeno i punti cardine sui quali si basa il calcolo degli emolumenti e delle trattenute relativi al lavoro dipendente.
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