Come fare una compostiera? In commercio esistono diversi tipi di compostiera, ma è possibile – e anche abbastanza facile – realizzarla da soli, partendo da materiali di scarto presenti nella maggior parte delle case.
Si può costruirla sia in legno sia in ferro e, con un po’ di fantasia, si riesce anche a dare al raccoglitore una forma elegante.
Come fare una compostiera in materiali e tipologie diverse
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COMPOSTER IN FERRO
Per realizzarlo si può partire da un pezzo di pochi metri di rete metallica, a maglie più o meno larghe, che deve essere sagomato a cilindro. Va quindi interrato per una decina di centimetri nel terreno e fissato con una serie di chiodi a U.
Prima di inserire il contenitore nel terreno, conviene smuomere leggermente la terra, per favorire un miglior inserimento della base del cilindro e, solo successivamente, stabilizzare il contenitore per evitare cadute dovute a urti e impedire l’ingresso di animali.
L’interramento serve anche per favorire lo sgrondo di eventuali liquami e, quindi, a limitare gli inconvenienti di natura igienica.
Dopo aver fermato la struttura con del fil di ferro o con spago resistente, la parte esterna del cilindro deve essere rivestita con materiale poroso, che favorisca la circolazione dell’aria, come stuoie a rete o plastica bucherellata.
Infine, è necessario provvedere alla costruzione di un coperchio, in lamiera o plastica, per impedire l’ingresso dell’acqua piovana.
Ora tutto è pronto per iniziare il riempimento: prima di metterci qualsiasi tipo di scarto, anche in questo tipo di composter, è sempre meglio posizionare sul fondo un sottile strato formato da paglia e ramaglie.
Quando il contenitore è pieno e sono trascorsi almeno 3/5 mesi dall’inizio del riempimento, si può procede con la rimozione del cilindro di rete, per riposizionarlo in un altro angolo e dare il via ad un nuovo ciclo.
Il compost pronto e ben maturo può essere immediatamente utilizzato, mentre la parte superiore, formata da materiale fresco e non ancora trasformato in compost, va rimesso nel nuovo contenitore, dove agevolerà l’innesco del processo.
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COMPOSTER IN LEGNO
Su un terreno dissodato si costruisce un cassone, dalla forma desiderata. Nel terreno prescelto, andranno interrati dapprima i paletti, sui quali andranno poi inchiodate delle assicelle, distanziate tra loro di alcuni centimetri.
Se la forma può essere a scelta (a base quadrata, rettangolare, esagonale), l’altezza è bene che non superi i 100/120 cm per non rendere difficoltoso il suo riempimento.
Il prelevamento del compost, pronto e ben maturo, si può effettuare togliendo 2/3 assicelle lungo una delle pareti.
Durante la stagione piovosa conviene coprire il cassone con un telo plastificato, mentre d’estate è necessario arieggiare gli strati infilando semplicemente una forca nella massa (che, tra l’altro, dovrà essere periodicamente bagnata se il cumulo si presenta troppo asciutto).
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COMPOSTAGGIO IN BUCHE
Questo sistema riprende, con qualche accorgimento migliorativo, il vecchio metodo della concimaia d’altri tempi nelle quali veniva accumulato il letame delle stalle.
È possibile realizzarla in piccolo anche negli orti o in un angolo appartato del giardino: si scava una buca profonda 1/2 metri e di larghezza sufficiente (80-120 cm); sul suo fondo si dispone uno strato di sabbia o di altro materiale ghiaioso che favorisca lo sgrondo dell’acqua; un’alternativa può essere quella di porre all’interno della buca un bancale di legno (intero o una porzione).
Nella buca si accumuleranno poi gli scarti di casa, del giardino e dell’orto, evitando però di far aderire il materiale alle pareti per consentire il necessario arieggiamento; un accorgimento utile consiste nel rivestire le pareti (almeno due) con altri bancali disposti lateralmente.
È importante poi far sempre attenzione a non comprimere la massa, anzi, è sempre utile risvoltarla con periodicità utilizzando la forca.
Lo svuotamento della buca si esegue solitamente nella stagione autunnale o a fine inverno avendo l’accortezza di accantonare rifiuti organici più giovani e utilizzare il solo il materiale ben compostato. Svuotata la buca si rimette la parte accantonata sul fondo e si riparte con una nuova stagione di compostaggio.
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COMPOSTAGGIO IN CUMULI
È il metodo da sempre utilizzato negli orti per radunare i residui delle lavorazioni delle piante e delle colture e per originare, nel tempo, del terriccio riutilizzabile.
Per ottenere un buon compost, anche in questo caso, conviene sfruttare le numerose conoscenze che la tecnologia moderna ci fornisce: innanzitutto è necessario avere ben presenti le dimensioni che il cumulo potrà raggiungere e questo dipenderà, logicamente, da quelle dell’ orto o giardino di cui disponiamo.
Chi possiede ampie aree dedicate deve sempre preferire la costruzione di più comuni piuttosto di uno solo di dimensioni troppo ampie.
Il principio di base del compostaggio a cumulo è regolato dalla temperatura, che viene prodotta dall’attività dei microrganismi: un cumulo troppo basso (50-60 cm) non è in grado di mantenere la temperatura costante mentre, d’altra parte, una massa superiore a 150/160 cm provoca un compattamento eccessivo dei materiali, il quale impedisce la circolazione dell’aria e quindi la vita dei microrganismi che presiedono alle trasformazioni.
Un cumulo ideale dovrebbe essere di 1 m di larghezza alla base per altrettanto di altezza, mentre le lunghezza può variare a seconda della quantità di rifiuti che la casa produce.
La preparazione del cumulo è semplice: è sufficiente disporre sul terreno, alla distanza scelta, un asse di legno per delimitare lo spazio, smuovere la terra all’interno e iniziare ad accumulare gli scarti avendo l’accortezza, trattandosi di rifiuti a cielo aperto, di smuoverli frequentemente per arieggiarli, onde evitare cattivo odore e accelerare il processo di degradazione.
Nel primo mese, però, pur evitando di stratificare i rifiuti conviene formare il cumulo alto circa un metro il più velocemente possibile senza intervenire con rivoltamento.
Passato questo periodo occorre rimuovere la massa con la forca: in inverno ogni due o tre giorni per evitare l’eccessiva umidità, in estate solo settimanalmente, senza scordare di bagnarla qualora si presenti troppo asciutta. Una forma di protezione in ogni stagione può essere una copertura.
Se i microrganismi stanno lavorando bene la temperatura del cumulo aumenta raggiungendo nel primo mese (quando non si interviene rivoltandola con la forca) una massima intorno ai 65/70°C.
Con i successivi rivoltamenti la temperatura scende ma, poiché il prodotto si sta stabilizzando, presto si avrà corrispondenza tra la temperatura del cumulo e quella dell’ambiente circostante.
Per la copertura è possibile utilizzare dei teli di iuta o di tessuto non tessuto, le stuoie di canna oppure le foglie e la paglia (con strati di almeno 5-10 cm).
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