Chi si occupa di organizzare e di allestire feste, battesimi e matrimoni è obbligato ad aprire una partita Iva?
Rispondiamo alle domande di chi organizza feste a pagamento, compleanni e animazione.
Saltuariamente mi capita di organizzare feste a pagamento: vorrei sapere quali sono gli adempimenti da effettuare e se sono obbligata ad aprire la partita Iva
Chi svolge un’attività in modo esclusivamente saltuario non ha l’obbligo di aprire la partita Iva. Il lavoro autonomo, difatti, se occasionale può essere svolto anche senza l’apertura della partita Iva, quindi senza obbligare il lavoratore a tutti gli adempimenti conseguenti, come la tenuta dei libri contabili e le comunicazioni periodiche.
Il lavoratore è comunque obbligato ad emettere una ricevuta per i compensi percepiti, sulla quale si applica la ritenuta del 20% se il cliente, o meglio il committente, è sostituto d’imposta (ad esempio un professionista o un’azienda).
Il lavoratore è anche obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi: in particolare, dovrà dichiarare il reddito derivante dal lavoro occasionale nel quadro altri redditi, cioè nel quadro D del modello 730 o nel quadro RL del modello redditi.
Se supero 5mila euro di compensi sono comunque obbligata ad aprire la partita Iva?
Sfatiamo un mito: il lavoro occasionale si considera tale per la particolare tipologia di attività, che è priva del requisito della professionalità e dell’autonoma organizzazione. Non ci sono, dunque, limiti di compenso al di sopra del quale si è obbligati ad aprire la partita Iva, purché l’attività resti saltuaria.
Ad esempio, non è obbligato ad aprire la partita Iva chi riceve compensi superiori ai 5mila euro per un unico lavoro, mentre è obbligato chi, seppur con compensi bassissimi, svolge l’attività con una certa regolarità (magari effettuando per pochi giorni una determinata prestazione, ma ogni mese).
I 5mila euro, in ogni caso sono la soglia al di sopra della quale si è obbligati ad iscriversi alla gestione separata dell’Inps ed a pagare, dunque, i contributi previdenziali.
Se ho un ufficio per svolgere l’attività sono obbligata ad aprire la partita Iva?
La disponibilità di un ufficio è senz’altro un indice della presenza di un’attività organizzata, mentre il solo possesso di un PC e del modem non basta, da solo, per provare la professionalità dell’attività svolta.
Se ho un sito web in cui promuovo l’attività di organizzazione eventi devo aprire la partita Iva?
Il possesso di un sito e-commerce è equiparato al possesso di un negozio: il commerciante, anche se tramite web e anche se non vende prodotti ma servizi, svolge un’attività d’impresa, autonomamente organizzata, il che obbliga ad aprire la partita Iva.
Anche la presenza di un sito che non venda direttamente i servizi proposti, ma li pubblicizzi, è indice dello svolgimento professionale dell’attività autonoma.
Se svolgo l’attività appoggiandomi a un’azienda e passano gli ispettori del lavoro?
Se si svolge un’attività saltuaria di organizzazione eventi facendo da supporto ad un’azienda del settore (ad esempio fiorai, servizio catering, etc.) ed effettuando parte dell’attività nella sede dell’impresa, al passaggio degli ispettori del lavoro bisogna esibire il contratto di lavoro autonomo occasionale sottoscritto da lavoratore e committente (il contratto non deve essere obbligatoriamente registrato, ma può essere utile fornirlo almeno di data certa).
Il solo possesso del contratto, però, non basta: è necessario anche dimostrare che, nel concreto, l’attività svolta è realmente autonoma e non è assimilabile al lavoro dipendente. Il lavoratore, in particolare, deve essere libero di organizzarsi autonomamente, senza doversi attenere a un orario di lavoro o a prestare servizio in una specifica sede.
Se sono obbligata ad aprire la partita Iva come posso risparmiare su tasse e adempimenti?
Se stai iniziando ora l’attività e non prevedi grossi guadagni, ma nemmeno grandi spese, il regime fiscale che fa per te è il forfettario.
Con questo regime il tuo reddito, che non può superare i 30mila euro l’anno, viene tassato per un ammontare pari al suo 78%, se si tratta di un’attività di servizi, come l’organizzazione di matrimoni.
In buona sostanza, su 10mila euro di incassi ne vengono tassati 7.800, ma non puoi dedurre alcun costo, a parte i contributi previdenziali.
Si applica una tassazione sostitutiva del 15%, o del 5% per i primi 5 anni di attività (ma devi rispondere, in questo caso, a dei requisiti particolari). Questa imposta sostituisce l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche), le addizionali e l’Irap (l’imposta regionale sulle attività produttive).
Col regime forfettario non devi applicare l’Iva (l’imposta sul valore aggiunto) alle tue fatture e sei esonerata dagli adempimenti Iva periodici (spesometro, liquidazione trimestrale o mensile e relativa comunicazione, dichiarazione Iva annuale). Non devi tenere i registri Iva o altri libri contabili, ma solo numerare e conservare le fatture emesse. Devi poi inviare la dichiarazione dei redditi ogni anno (modello Redditi).
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