Bonus per famiglie numerose: quali sono, come funzionano, adempimenti necessari.
Hai almeno 4 figli? Forse non sai che puoi aver diritto a diversi bonus ed agevolazioni, sia fiscali che previdenziali. I bonus per famiglie numerose, o bonus 4° figlio, possono infatti consistere sia in detrazioni, cioè in somme da scontare dalle tasse, che in contributi e aiuti di vario genere. In questa breve guida vediamo quali sono i requisiti necessari per ottenere i bonus e come funzionano. Analizzeremo i seguenti bonus:
- Bonus figli a carico
- Bonus per i nuovi nati
- Assegno mamma domani
- Bonus bebè
- Buono babysitter e asilo nido
- Bonus spese scolastiche
- Bonus spese per lo sport dei figli
- Fondo Credito bebè
- Reddito d’inclusione
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Bonus per famiglie numerose
Per chi ha dai 4 figli in su, oltre alle detrazioni per ogni figlio a carico che spettano alla generalità delle famiglie, spetta un’ulteriore detrazione, unica per tutti i figli, nota col nome “Bonus famiglie numerose”.
La detrazione è pari a 1.200 euro indipendentemente dal reddito, a prescindere dal numero di mesi nei quali ciascun figlio risulta a carico: ad esempio, se in una famiglia nasce il 4° figlio il 31 dicembre, il bonus famiglie numerose spetta per intero.
Se il contribuente è incapiente, cioè la detrazione è maggiore dell’imposta dovuta, questa non si azzera all’azzerarsi dell’imposta, ma si forma un credito a suo favore pari all’importo del bonus non fruito, considerando le altre detrazioni spettanti già sottratte dai tributi dovuti.
Bonus figli a carico
Chi ha almeno un figlio fiscalmente a carico può beneficiare della relativa detrazione fiscale. La detrazione per i figli a carico consiste in un importo che si può sottrarre dalle tasse, cioè che diminuisce l’Irpef dovuta (l’imposta sul reddito delle persone fisiche): l’importo varia a seconda del numero dei figli a carico, della loro età, della presenza di figli disabili e del reddito complessivo del genitore.
La detrazione per figli a carico si calcola con una formula che varia a seconda dell’età dei figli, del reddito del genitore, del possesso di handicap e del numero dei figli:
- figlio minore di 3 anni: 1.220 × [(95mila – reddito complessivo) / 95mila];
- figlio da 3 anni in su: 950 × [(95mila – reddito complessivo) / 95mila].
Per ogni figlio, il minuendo e il divisore (cioè i 95mila euro) sono aumentati di 15mila euro. Ad esempio, se si hanno 3 figli la detrazione, per ciascun figlio, sarà pari alla seguente espressione:
- 1.220 × [(125mila – reddito complessivo) / 125mila] se il figlio ha meno di 3 anni;
- 950 × [(125mila – reddito complessivo) / 125mila] se il figlio ha da 3 anni in su.
I 95mila euro sono dunque aumentati di 15mila per il 2° figlio e di ulteriori 15mila per il 3° figlio, sino ad arrivare a 125mila euro.
Dal 4° figlio in su, le detrazioni teoriche di 1.220 e 950 euro sono aumentate, rispettivamente, a 1.420 euro, per i figli minori di 3 anni e 1.250 euro per quelli da 3 anni in su, cioè sono aumentate di 200 euro.
Se un figlio è portatore di handicap, la detrazione teorica è aumentata di 400 euro.
Una volta calcolata la detrazione, questa deve essere dimezzata se i figli sono fiscalmente a carico di entrambi i genitori.
Un figlio è considerato a carico se il suo reddito non supera i 2.840,41 euro annui. Dal 2019, sarà considerato a carico, se non ha più di 24 anni, se il suo reddito non supererà i 4mila euro annui.
Bonus per i nuovi nati
Il bonus per ogni nuovo nato, noto anche come premio nascita, è una misura che consiste in un assegno, erogato una volta sola, di 800 euro, riconosciuto per i nati dal 1° gennaio 2017.
La domanda per ottenere l’assegno può essere inviata a partire dal 7° mese di gravidanza: il bonus è finalizzato a sostenere le prime spese per l’arrivo del bambino, come i costi delle visite mediche e delle analisi, oppure per acquistare beni di prima necessità.
Per richiedere l’assegno mamma domani non sono previste soglie Isee (l’Isee è, in parole semplici, l’indicatore che “misura la ricchezza” della famiglia). Per questo motivo, possono beneficiare dell’assegno tutte le madri, a prescindere dal reddito e dal patrimonio familiare.
La domanda deve essere presentata all’Inps esclusivamente in via telematica, attraverso il sito dell’Inps, il contact center Inps Inail o i servizi di un patronato.
Il premio nascita viene pagato dall’Inps nelle modalità scelte nella domanda:
- bonifico domiciliato;
- accredito su conto corrente;
- libretto postale;
- carta prepagata con Iban.
Bonus bebè
Non bisogna confondere il bonus per i nuovi nati con l’assegno di natalità, o bonus bebè: questo è un assegno mensile, pari a 80 euro, destinato alle famiglie con un figlio nato, adottato o in affido preadottivo sino al 31 dicembre 2018 e con un Isee (si tratta dell’indicatore che “misura” la ricchezza della famiglia) non superiore a 25mila euro.
Per i nati dal 1° gennaio 2018, il bonus è riconosciuto fino al 1° anno di età. Dal 2019, poi, il bonus non è più previsto.
Allo stato attuale, il bonus bebè ha un ammontare differente, che dipende dall’ Isee del nucleo familiare:
- 960 euro l’anno (80 euro al mese per 12 mesi) se l’Isee è superiore a 7mila euro annui ma entro 25mila euro annui;
- 1920 euro l’anno (160 euro al mese per 12 mesi) se l’Isee non supera 7mila euro annui.
È possibile fare domanda per il bonus bebè entro 90 giorni dalla nascita o dall’ingresso in famiglia del figlio adottato o affidato. Se si presenta la domanda successivamente, l’assegno è erogato a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda, senza arretrati.
Le modalità di presentazione della domanda sono le stesse previste per il bonus nascita (sito dell’Inps, contact center o patronato).
Buono babysitter e asilo nido
I buoni babysitter ed i contributi per l’asilo nido sono delle misure alle quali si ha diritto se, al posto di chiedere il congedo parentale, la madre ha scelto di affidare il bambino a una babysitter o a un asilo nido.
I buoni ed i contributi hanno un valore pari a 600 euro mensili e sono riconosciuti per un massimo di 6 mesi (3 mesi, per le lavoratrici autonome e per le libere professioniste iscritte alla Gestione separata dell’Inps); per le lavoratrici part time, i contributi sono ridotti proporzionalmente all’orario di lavoro.
Il contributo per l’asilo nido viene erogato direttamente dall’Inps alla struttura prescelta, mentre i buoni lavoro per il pagamento della babysitter sono a carico dell’Inps ma devono essere richiesti dalla lavoratrice, che deve retribuire la babysitter utilizzando i voucher, o buoni lavoro. Dal 2018, non è più possibile retribuire la babysitter con i buoni lavoro, ma col libretto famiglia (nuovi voucher).
Bonus nido
Oltre al contributo per l’asilo nido, l’Inps può erogare il buono nido, o bonus nido. Non bisogna confondere le due misure: mentre il contributo, come abbiamo osservato, viene riconosciuto al posto della fruizione del congedo parentale, il buono nido viene dato a prescindere dall’eventuale diritto al congedo parentale, in tutti i casi in cui il bambino è iscritto a un asilo nido.
Il buono nido, nel dettaglio, è un voucher fino a 1.000 euro l’anno, che viene erogato per 11 mensilità (quindi pari a circa 91 euro al mese) riconosciuto per i primi tre anni del bambino, per affrontare il costo della retta degli asili nido pubblici e privati. Per ottenerlo, è necessario presentare all’Inps i documenti comprovanti l’iscrizione del bambino all’asilo nido.
Il buono nido non è cumulabile con i buoni babysitter e asilo nido, e non è cumulabile nemmeno con la detrazione Irpef, pari al 19% sino a un tetto massimo di 632 euro, per le spese legate all’iscrizione e alla frequenza del nido.
Bonus spese scolastiche
Le spese sostenute per l’istruzione dei figli si possono detrarre, in misura pari al 19% dei costi. In particolare è possibile fruire della detrazione fiscale del 19% per le seguenti spese scolastiche:
- iscrizione e frequenza dell’asilo nido, fino a un tetto massimo di 632 euro annui;
- iscrizione e frequenza delle elementari, medie e superiori, fino ad una soglia massima di 786 euro annui, per l’anno 2018;
- iscrizione e frequenza a corsi universitari, master, scuole di specializzazione, sia pubblici che privati (per quelli privati però il limite di spesa è pari all’importo corrispondente alle tasse dell’università pubblica);
- servizi di mensa;
- gite d’istruzione;
- servizi di dopo scuola.
Bonus spese per lo sport dei figli
Per i genitori che sostengono spese per consentire ai propri figli, dai 5 ai 18 anni di età, di svolgere attività sportive, è prevista una detrazione fiscale pari al 19% dei costi per la frequenza di palestre, piscine e attività presso associazioni sportive. La detrazione del 19% è calcolata su un tetto massimo di 210 euro annui di spesa, per ogni ragazzo fiscalmente a carico.
Fondo Credito bebè
Il fondo credito bebè è un incentivo per i prestiti agevolati richiesti per coprire le spese legate all’arrivo di un bebè. Per la precisione, il fondo credito bebè serve offre una garanzia statale per il prestito agevolato. La misura potrà essere richiesta presso le banche convenzionate.
Reddito d’inclusione
Dal 2018, infine, è operativo un nuovo sostegno per le famiglie in stato di povertà, con indice Isee sotto i 6mila euro e indicatore Isre sotto i 3mila euro: si tratta del Rei, il reddito d’inclusione.
Sino al 30 giugno 2018 può essere richiesto soltanto dalle famiglie con donne in gravidanza, figli minori o inabili, disoccupati over 55; dal 1° luglio 2017 sarà concesso a prescindere da questa condizione. Il beneficio è erogato attraverso una carta acquisti, come la vecchia social card. Per approfondire, dai un’occhiata alla nostra Guida al Reddito d’inclusione.
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