Scopriamo insieme un nuovo incentivo alla creazione d’ impiego, a favore di lavoratrici e lavoratori disoccupati.
Di questi tempi, col mercato del lavoro in caduta libera, è sempre più frequente la situazione di chi si ritrova, da un giorno all’altro, privo della propria occupazione.
Esistono, è vero, diverse tipologie di ammortizzatori sociali, ma spesso, esse non costituiscono una risposta sufficiente per il raggiungimento della necessaria stabilità, trattandosi di soluzioni temporanee, al termine delle quali raramente si trova una sistemazione.
E’ apprezzabile, in questo senso, l’innovazione introdotta dal Jobs Act, che ha previsto i nuovi istituti del contratto e del sussidio di ricollocazione (Asdi), per chi risulti privo d’impiego al termine della fruizione dell’indennità di disoccupazione (ora Aspi, da maggio sarà rinnovata e si chiamerà Naspi).
Tuttavia, nonostante questi recenti strumenti, non sempre il reinserimento nel mondo del lavoro è scontato, specie per quei soggetti, come le lavoratrici madri, che si trovano in una posizione svantaggiata, a causa delle difficoltà nel conciliare famiglia e impiego. Ecco che, allora, il lavoro autonomo può rappresentare una risposta, oltreché in termini di nuove entrate, anche dal punto di vista della flessibilità.
E’ pur vero, peraltro, che mettersi in proprio non sia una passeggiata, ma un cammino faticoso che richiede organizzazione, professionalità e denaro: per la parte economica, per una volta, è lo Stato a venire incontro ai cittadini disoccupati, dando loro la possibilità di fruire del sussidio Aspi (poi Naspi) in un’unica soluzione.
L’anticipo della disoccupazione può essere richiesto non solo da chi intende iniziare un’attività come lavoratore autonomo, ma anche in forma d’impresa, o come socio di cooperativa.
Pur trattandosi di una somma di denaro che sarebbe stata comunque di competenza del cittadino, dunque non stiamo certamente parlando di un regalo, dobbiamo comunque considerare che si tratta di una fonte di liquidità importante ed immediata: per richiedere l’anticipo, in effetti, la procedura è molto più semplice rispetto ad un’ordinaria richiesta di finanziamento, quale, ad esempio, il microcredito.
In prima istanza, è comunque necessario richiedere l’assegno di disoccupazione, poiché solo i beneficiari possono accedere all’indennità in unica soluzione.
Sia la domanda Aspi che quella di anticipazione posso essere inviate all’Inps tramite web ( Servizi Online del sito dell’Istituto) , tramite Patronato, oppure tramite Contact Center Multicanale INPS-INAIL (chiamando il numero 803.164) .
Per quanto concerne la richiesta di anticipo, è poi necessario specificare l’attività che si vuole avviare ed allegare la documentazione contenente lo specifico progetto (business plan), oltre ad autorizzazioni o iscrizione ad albi professionali o di categoria. Per le cooperative, deve essere comprovata l’iscrizione nel registro delle società presso il tribunale competente, e nell’Albo nazionale degli enti cooperativi.
Per le attività per le quali non esista l’albo o non sia obbligatoria l’iscrizione, come pure nei casi di attività commerciali/artigianali per le quali non sia stata rilasciata la relativa autorizzazione (SCIA), la domanda andrà accompagnata dalla documentazione che attesti la volontà di avviare l’attività che dà diritto all’anticipo (numero di partita IVA, contratto di affitto, utenze, iscrizione alla gestione separata…).
Una volta accordato il beneficio, l’erogazione dell’anticipazione potrà avvenire:
- mediante accredito su conto corrente/libretto bancario o postale;
- mediante bonifico domiciliato presso le Poste.
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