Vediamo insieme come realizzare un home restaurant: spazi necessari, attrezzature, promozione, organizzazione.
In diversi nostri articoli precedenti abbiamo parlato dei problemi nel conciliare lavoro e famiglia, e dell’opportunità di mettersi in proprio, per avere più flessibilità e libertà, senza rinunciare al reddito. Certo, fare impresa, o aprire partita Iva come autonomi-professionisti non è a costo zero, ma richiede dei capitali di partenza, più o meno consistenti, a seconda dell’attività da iniziare, oltre a richiedere una gestione contabile ed amministrativa generalmente abbastanza complessa.
Tuttavia, esistono delle “formule” molto meno complicate ed onerose, rispetto alla media delle iniziative: una di queste è l’home restaurant, il ristorante in casa.
L’attività consiste nell’organizzare pranzi, brunch, o cene, a pagamento, all’interno della propria abitazione: non è necessario essere degli chef o possedere particolari qualifiche, basta saper preparare dei piatti sperimentati, con ingredienti genuini.
I prezzi per gli ospiti possono partire da circa 10 €, per un brunch o una ricca colazione, sino a 25-35€ per una cena completa; il tutto, ovviamente, dipende dalle materie prime offerte (c’è una bella differenza tra un pranzo con spaghetti al ragù e cotolette, ed un pranzo a base di frutti di mare ed aragosta).
I guadagni e l’organizzazione dipenderanno molto, oltre che dalla città in cui si abita (numero di abitanti, flusso turistico…), dai posti e dagli spazi a disposizione, nonché dalla disponibilità dei familiari a collaborare nell’attività.
Dal punto di vista burocratico, nessun problema se non si superano i 5000€ di ricavi l’anno: l’home restaurant, in questo caso, è considerato lavoro autonomo occasionale, e non è obbligatorio aprire la partita Iva; saranno sufficienti delle semplici ricevute, per i clienti. Non esistono nemmeno obblighi sanitari, dato che non si tratta di un’attività commerciale, anche se molti “homeristoratori” decidono, soprattutto in vista di una futura crescita, di ottenere la certificazione HACCP, frequentando l’apposito corso. Noi consigliamo vivamente di seguire un corso di formazione sulla sicurezza alimentare, per evitare problemi nella somministrazione e nel trattamento degli alimenti.
Nei casi in cui il “ristorante” registri un particolare successo, può essere una buona idea quella di affiliarsi ad un’associazione, o di costituirne una, per usufruire di una gestione amministrativa e contabile più semplice.
Come trovare i clienti?
Avere un proprio sito internet ed un profilo o una pagina Facebook è un punto di partenza, ma da solo non è sufficiente. Per farsi conoscere, vi sono diversi appositi portali internet, mediante i quali possono essere inseriti la propria location, i menù, le date ed i posti a disposizione, e possono essere direttamente effettuate le prenotazioni dai clienti, che in alcuni casi potranno pagare anticipatamente: uno dei siti più famosi è Gnammo, una community di social eating, dove al gusto per la buona cucina si unisce il piacere della conversazione e del sentirsi come a casa propria.
Per chi ha a disposizione anche degli spazi esterni, come giardini, cortili e orti, l’ideale è The soul food, community che, oltre al cibo di qualità, tratta anche di agricoltura sostenibile; altri siti molto noti, in Italia, sono Hidden Kitchen, Homefood e Cesarine e Cesarini. Da non trascurare, poi, i portali internazionali, ai quali si rivolge un altissimo numero di turisti: è il caso di Kitchenparty, Vizeat, Eatwith… La presenza degli home restaurant italiani è molto ampia ed apprezzata, grazie alla fama mondiale della nostra ottima cucina.
L’idea in più per “sfondare”? Non fermarsi al generico, ma valorizzare le proprie caratteristiche.
Ad esempio, alcuni dei “pionieri” del settore, per rendere più accogliente ed originale la sala da pranzo, hanno allestito delle piccole mostre, con creazioni artistiche di amici e familiari; altri hanno deciso di arredare la zona pasti in tema con le maggiori attrattive turistiche del luogo, altri ancora hanno valorizzato balconi, cortili, terrazzi…
Non c’è limite alla fantasia, e lo stesso vale per le pietanze proposte: per quanto riguarda i menù, il consiglio è quello di crearsi un proprio cavallo di battaglia, un piatto nel quale si eccelle, aggiungendo qualche tocco che lo distingua.
Un’altra ottima idea, anche se comporta una piccola spesa iniziale, è quella di acquistare tovaglie, stoviglie e servizi gradevoli, moderni, colorati; assolutamente da evitare posate vecchie ed arrugginite, piatti rovinati, tovaglie macchiate.
Il resto, lo completeranno le doti personali: è fondamentale non solo essere aperti alla conversazione, ma anche disponibili ad offrire il vero e proprio calore della tavola domestica, nonché fornire i migliori consigli sul buon cibo e sulle attrazioni della propria zona.
Voi siete d’accordo? Lo trovate giusto?
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