Ormai sono sempre di più le persone che, per conciliare impiego e famiglia, lavorano dalla propria abitazione: blogger, copywriter, webmaster, sono solo alcune delle professioni che permettono di guadagnare tramite internet.
Ma c’è anche chi gestisce un negozio o un’attività online, per abbattere i costi fissi e farsi conoscere in tutto il mondo, e l’esercito dei professionisti freelance, dall’architetto al consulente aziendale, che lavorano quasi esclusivamente a distanza.
Senza contare i telelavoratori, ossia quei dipendenti che possono svolgere le proprie mansioni direttamente da casa, assunti con contratto di telelavoro.
Insomma, lavorare col web non è più sinonimo di truffa e di persone che s’illudono di far soldi facilmente, ma sta diventando, al contrario, una modalità d’impiego tra le più diffuse.
Ma non è tutto oro quel che luccica: se, da un lato, lavorare da casa significa avere un’ampia autonomia riguardo all’organizzazione della giornata, ed una grande libertà e flessibilità in generale, dall’altro lato esistono comunque degli aspetti critici che non devono essere trascurati.
I più grandi problemi, paradossalmente, sono causati proprio dai nostri parenti, specialmente da chi convive con noi: si tende, purtroppo, a non considerare con serietà chi opera dal proprio domicilio, come se fosse un lavoratore di serie B, che si diverte e bighellona su internet e sui social media, perdendo tempo.
Così, i familiari finiscono per addossarci ogni incombenza possibile e immaginabile: “vai tu a fare le commissioni, tanto sei libera”; “i bambini possono stare tutta la sera con te, tanto puoi lasciare e riprendere il lavoro quanto e come vuoi”, o, peggio:” pensa tu al pranzo, alla cena, alla scuola ed allo sport dei bambini, tanto non stai facendo nulla”. Non c’è niente di più irritante che sentirsi ripetere queste frasi, specie quando la maggior parte degli introiti familiari sono merito nostro.
Quindi, spesso ci capita di terminare di lavorare nel cuore della notte, per rispettare le scadenze entro cui consegnare i lavori: di fatto, ci ritroviamo con due impieghi a tempo pieno, quello di casalinga, ed il lavoro che svolgiamo dal nostro domicilio. Una situazione che, alla lunga, può logorare.
Che fare, allora, rinunciare a lavorare da casa?
Assolutamente no: a tutto c’è rimedio, anche ai parenti “miopi” che ci trattano come lavoratrici di serie zeta.
Il nostro primo compito riguarderà proprio i familiari: è importante spiegare loro che un impiego dal proprio domicilio ha la stessa dignità di qualsiasi altra attività; come noi non ci sogneremmo mai di disturbarli in azienda, durante l’orario di lavoro, così loro non devono disturbare noi. Organizziamo un calendario, con l’indicazione di ore e giorni in cui siamo a casa, ma irreperibili; stabiliamo dei turni per le commissioni e per le attività dei figli, compatibilmente con le nostre scadenze. L’argomento che li spingerà alla riflessione? L’estratto conto della banca, dal quale risultano le entrate del nostro cosiddetto “impiego da barzelletta”!
Non vergogniamoci di chiamare una babysitter, quando ne abbiamo necessità, anche se siamo in casa: non è possibile accudire i bambini e lavorare nello stesso momento.
Il secondo compito, per migliorare l’organizzazione dell’attività da casa, consiste nel combattere la scarsa concentrazione e le innumerevoli distrazioni che ci si presentano ogni giorno: la tentazione di contattare gli amici sui social, di fare shopping online, o semplicemente di pulire qualche stanza.
Per contrastare le perdite di tempo, facciamo finta di essere al lavoro: diamoci un orario d’inizio e di termine, da rispettare rigorosamente, durata delle pause comprese; pianifichiamo le ore di attività in base alle scadenze; navighiamo su internet solo se veramente necessario, rimandando lo svago sui social ad un secondo momento; rispondiamo solo alle mail di lavoro. Anche per quanto riguarda la postazione lavorativa, cerchiamo di ritagliare uno spazio della casa solo per noi, libero dalle interferenze dei familiari, quando possibile.
Questi sono degli accorgimenti che possono sembrarci di scarsa importanza, ma fondamentali per rispettare le scadenze ed evitare un impegno 24 ore su 24: mettiamo dei paletti tra impiego e vita privata, proprio come se stessimo davvero lavorando in un’azienda.
Per quanto riguarda le scadenze, accettiamo un incarico solo se siamo sicure di poterlo terminare entro la data richiesta dal cliente: non dobbiamo aver paura di dire di no, se siamo sovraccariche di pratiche. Un rifiuto non è bello, è vero, ma è ancor peggio non portare a termine un lavoro che ci si è impegnate a svolgere; cerchiamo, magari, di spiegare al cliente che ci sono diverse richieste in coda, e che, se vuole affidarci l’incarico, dovrà attendere una determinata data per la consegna. Lo stress da superlavoro può essere affrontato solo per brevi periodi: se diventa una costante, l’organizzazione deve essere modificata al più presto.
Infine, non trascuriamo un ultimo aspetto, ma non per questo meno importante: la nostra vita sociale. Sforziamoci di uscire, curiamo le relazioni interpersonali, evitiamo di isolarci: avere una rete di contatti dal vivo ci aiuterà anche dal punto di vista lavorativo, specie se siamo in proprio.
Mirella dice
Io lavoro da casa da circa 5 anni. E’ possibile davvero!
Basta trovare un’azienda seria, buona volontà e tanta voglia di raggiungere un obiettivo.